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Da qualche giorno Bologna ha una nuova realtà sociale: si tratta dello Spazio Zenobia, frutto dell’omonimo progetto. Si tratta di uno spazio e un servizio dedicato ai più piccoli, con il fine primario di costituire una comunità nella quale i valori di accoglienza, inclusione, supporto e ascolto diventino i valori cardine per contrastare la povertà educativa.

Il progetto è stato inaugurato al SET Vicolo Balocchi, in via Gorki 10, gestito da AICS, e vede la luce grazie alla sinergia tra la Cooperativa Sociale CADIAI insieme ad AICS Bologna e al Comune di Bologna, finanziato dall’Impresa Sociale “Con i bambini” nell’ambito del progetto “Zenobia. Bambini, Famiglie e Comunità Educante in nuovi Spazi di Desiderio”.
Quello bolognese è solo uno dei quattro spazi previsti nell’ambito del Progetto Zenobia, di cui fanno parte anche gli spazi di Cardito (NA), Cosenza e Piombino (LI), con l’obiettivo di coinvolgere 360 minori in fascia 0-6 (220 in fascia 0-3 e 140 in fascia 3-6) e altrettante famiglie, oltre a 400 minori intercettati annualmente nelle diverse attività integrative.

Lo spazio accoglie bambine e bambi da 0 a 6 anni per 20 ore settimanali, durante le quali ci saranno attività diversificate per età, con e senza affido:
per la fascia 0-3 anni, sono previste attività come il massaggio infantile, i laboratori musicali, la psicomotricità e i laboratori di lettura;
per i 3-6 anni saranno organizzate esperienze nei musei, biblioteche, oltre ad attività di thinkering, attività digitale e robotica con il coinvolgimento, per alcune esperienze, dei genitori.

A gestire la proposta di attività, un’équipe di esperti di diversa formazione tra cui pedagogiste, psicologhe, mediatrici familiari e culturali per azioni di sostegno alla genitorialità e altri.

Il progetto si propone anche l’obiettivo di coinvolgere famiglie vulnerabili e svantaggiate nella rete dei servizi educativi e sociali con l’aiuto di un metodo educativo mutuato dall’esperienza in Brasile del Progetto Axè, un’organizzazione partner, basato su attività capaci di stimolare interessi e promuoverne le abilità. Oltre che in Via Gorki, è prevista anche l’organizzazione di attività di sviluppo in punti educativi itineranti all’interno di spazi all’aperto come parchi pubblici, giardini, piazze, spazi di prossimità, nei quali genitori e bambini e alle bambine possano trovare accoglienza e supporto informale da parte dell’équipe.
Il progetto prevede, in questo contesto, anche la presenza della figura dell’operatrice di comunità educante, dedicata alla costruzione, in connessione con i servizi territoriali, di reti di supporto intorno alle famiglie più vulnerabili.

“Una visione sempre più ampia che abbraccia insieme le necessità del singolo, delle famiglie e dell’intera comunità in funzione della convivenza, dell’accoglienza, dell’integrazione e dello scambio e in cui favorire l’empowerment familiare funzionale ai componenti della famiglia ma anche alla comunità, così come il concetto di comunità educante diventa basilare nel sostegno e nell’accoglienza delle famiglie vulnerabili” afferma Franca Guglielmetti, presidente di CADIAI.