La presentazione dei redattori del periodico; chi sono, cosa fanno e i loro interessi. Una redazione in continua evoluzione.
ALESSANDRO
Sono nato a Palermo, ma vivo a Bologna dalla fine del 1979. La mia vita, il 15 dicembre 2008, ha subito un cambiamento, non perché mi ero sposato da due giorni, ma perché sono caduto in una trappola da cui non sono stato più in grado di uscire. Ho spesso temuto l’assurdo epilogo che oggi sto vivendo.
Per tutta la vita ho sempre lavorato, e avevo la fortuna di fare un lavoro che mi piaceva.
Sono in carcere da circa 10 mesi e sto cercando di vivere la realtà carceraria, con le sue privazioni e limitazioni, impegnandomi al massimo.
Per me è molto importante non solo trascorre più tempo fuori dalla cella, ma soprattutto imparare e sviluppare al meglio le mie potenzialità intellettuali. Credo che l’attività giornalistica sia una buona opportunità di realizzare questo obiettivo.
PASQUALE ANTONIO ACCONCIAIOCO
sono nato 39 anni fa a Barletta, il 29 febbraio del ’76. Sono sfortunato dalla nascita, perché, come avrete letto, festeggio gli anni ogni quattro anni, e così da piccolo ricevevo il regalo del compleanno solo ogni volta che arrivava la fatidica data! A parte questa sfortuna, non sono un ragazzo che crede nella sfortuna, ma credo nelle situazioni, o nel destino. Attualmente mi trovo in carcere per reati vecchi di dieci anni, per i quali sapevo che prima o poi la pena mi sarebbe arrivata; ora sto la sto scontando e quindi si è aperto un altro capitolo di vita. Non ho rimpianti nella mia vita, né sono un ragazzo disperato…. Forse anche perché non ho ancora figli o moglie, quindi, a parte qualche amico o amica fuori di qua non soffre nessuno per me, e questo per me è un sollievo, perché anch’io non soffro: per me il carcere è un posto come altri, e ogni giorno che passa lo vivo con la stessa intensità che potrei vivere fuori; logicamente di intenso nel carcere c’è ben poco, ma anche le cose banali per me hanno sempre valore. Adesso, cari amici, sto scrivendo queste due righe per farmi un po’ conoscere, non c’è niente di banale in questo, anzi, pensandoci, in questo mondo in cui tutti scrivono su Internet, si aprono i loro profili e raccontano le loro emozioni, io ve le sto raccontando seduto sopra uno sgabello, su un foglio di carta, con la famosa penna bic e chiuso in una cella, sento che è fantastico.
ROBERTO CAVALLI
Ho 47 anni. Appassionato da sempre di scacchi e, negli ultimi anni, di balli in abiti dell’‘800.
Ha maturato un profondo interesse per la comunicazione scritta e intende far riflettere sulla realtà penitenziaria attuale, sulle dinamiche giuridiche e sulle problematiche da affrontare inerenti alla quotidianità e alle prospettive per il futuro.DONALD
Ho 30 anni, sono nato in Germania e cresciuto a Reggio Calabria. Sono detenuto dal 2013 e ha scelto di partecipare al laboratorio di giornalismo perché mi piace scrivere degli argomenti più disparati.Qui in carcere studio: sono iscritto alla facoltà di scienze motorie, anche se il mio obiettivo è poter, un giorno, accedere alla facoltà di medicina, in quanto sonoappassionato di tutto ciò che riguarda il corpo umano. Amo lo sport, che mi fa stare bene fisicamente e mentalmente; qui in carcere faccio parte della squadra di rugby Giallo Dozza, avendo praticato questa disciplina sportivaanche prima di essere detenuto. Spero, con il mio contributo alla redazione, di far conoscere qualcosa di più del mondo del carcere e magari anche di me.
GIUSEPPE GEMITO
Sono di Napoli e da circa 14 anni mi trovo “dietro le sbarre”. Durante la mia detenzione ho avuto modo di riflettere e di riprendere alcuni degli obiettivi che mi ero prefissato in precedenza, in particolare il cammino nell’ambito scolastico. Dopo un percorso quinquennale all’interno dell’istituto penitenziario della “Dozza” di bologna sono riuscito a conseguire il diploma in ragioneria e adesso sto frequentando il corso di laurea in beni culturali nella disciplina arti visive (D.A.M.S), nell’ambito “musica”. Sin da bambino ho sempre avuto un’inclinazione verso il canto e la musica in generale. Ho anche scritto dei testi musicali che un giorno – spero non molto lontano – qualcuno abbia la bontà di ascoltarli, nella speranza di rendere concrete le mie ambizioni e dare così un senso al tempo perduto.
CHIARA GIANNELLI
Chiara, di nome e di fatto… spero!! Lo imparo ogni giorno, avendo la fortuna di lavorare come formatrice e responsabile delle relazioni interne di una grande azienda bolognese; ma l’interesse perle persone non è ovviamente solo concentrato sul lavoro, anzi.. c’è la famiglia, si sono gli amici… c’è il carcere, dove opero da qualche anno, ricercando, pur in un contesto così difficile, legami il piùpossibile autentici e costruttivi; mi guida una frase di Don Ciotti che definisce l’esperienza con le persone detenute come la possibilità di “fare un pezzo di strada insieme”; il percorso può essere più o meno lungo, possono essere anche pochi passi, l’importante è che siano arricchenti e veri.. Il laboratorio di giornalismo è senz’altro una bella occasione, ho molta voglia di imparare!!!
IGLI META
Ho 23 anni e sono originario dell’Albania. Sono venuto in Italia all’età di 10 anni, insieme alla mia famiglia. Il mio ingresso in carcere è avvenuto all’età di 19 anni. Sono venuto a conoscenza di questo laboratorio di giornalismo tramite alcuni compagni della mia sezione.
Una volta capito in cosa consisteva, mi sono fatto dare qualche rassegna stampa ed alcuni articoli scritti dai redattori del laboratorio. Dal momento che questa attività mi interessava molto decisi di fare richiesta per poter partecipare.
La scelta di partecipare al laboratorio è stata non solo perché amo leggere, ma anche perché i temi che si affrontano riguardano l’ambito carcerario e ci coinvolgono da vicino.
ARMANDO MUCA
Sono nato in Albania ventiquattro anni fa, ma è da un po’ di tempo che vivo in Italia. Ho chiesto di partecipare al laboratorio di giornalismo perché sono affascinato dal giornalismo. E poi ho sentito da alcuni partecipanti che in questo corso si trattano argomenti interessanti. Spero che sia una bella esperienza.
FABRIZIO POMES
Sono nato a Taranto 55 anni fa, sposato e padre di tre figli di 27 e 24 anni. Terminati gli studi ho lavorato come dirigente nel settore vendite e commerciale di aziende operanti nel comparto elettro strumentale. Dal 2007 ho diretto due realtà della cooperazione sociale. Ho sempre riempito il tempo libero con diversi hobbies, spaziando dalla lettura al cinema, al teatro, alla politica, alla musica.
Partecipo alla redazione per arricchirmi e contaminarmi con il contributo di idee e progetti degli altri componenti della squadra e del approfondire le tematiche che riguardano la vita intramuraria e le prospettive di miglioramento della realtà detentiva
NICOLA RABBI
Sono il direttore di Bandiera Gialla e da tanti anni mi occupo d’informazione sociale, quella sul carcere, però, mi mancava e ci provo proprio gusto a farla. Mi piace molto leggere, vedere i film e camminare, anche lontano.
SALVATORE VERRIGNO
Ho 57 anni di cui purtroppo 7 trascorsi in questo istituto di pena. Nella mia vita precedente ho sempre fatto un unico lavoro, in campo ippico, come allevatore e guidatore di cavalli a trotto. Saputo del corso di giornalismo ho chiesto di partecipare perché sono molto curioso e vorrei capire i tanti modi di presentare le notizie al pubblico. Sono consapevole della mia totale ignoranza, spero di poter presto dare il mio contributo, almeno con qualche idea nel confronto sui temi della vita detentiva
GENTIAM XHAFERI
Sono nato nel 1977 a Valona, città nel sud dell’Albania. Sono sposato e ho una figlia. Ho vissuto la mia prima adolescenza in campagna, trascorrendo molto del tempo in mezzo ai profumi dei fiori e dei numerosi frutteti presenti nella zona. Da giovane amavo molto nuotare nel mare pulito e profondo della costa albanese, ma anche giocare a pallone con gli amici di scuola. Quando ho terminato la scuola media superiore ho lasciato l’Albania e mi sono recato in Grecia, ad Atene, dove ho lavorato per circa 15 anni come muratore. Successivamente sono ritornato in Albania, dove mi sono sposato, e dopo qualche tempo sono venuto in Italia, a Roma. Il mio primo impatto con il giornalismo è stato durante gli anni della scuola media superiore, quando il mio Istituto scolastico prese la decisione di aprire un giornale al quale abbiamo dato il nome di “Perla”. Gli articoli che venivano scritti erano soprattutto a tema sociale, letterario ed artistico, anche se non erano i soli argomenti ad essere affrontati. Mi auguro che questa esperienza presso il Laboratorio di Giornalismo possa farmi crescere sia come persona sia dal punto di vista degli interessi culturali e che mi faccia acquisire una nuova consapevolezza dei problemi che ancora mi manca.