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di Veronica del Puppo/ I Cortili del Villaggio è un progetto di aggregazione giovanile del Villaggio del Fanciullo, che si rivolge ai giovani del quartiere Cirenaica di Bologna. Dalla sua nascita nel 2006 propone attività di doposcuola come tornei sportivi, laboratori, svolgimento dei compiti, ad adolescenti di diverse nazionalità e culture d’origine con l’obiettivo di garantire loro un luogo di confronto e supporto, grazie anche alla presenza di educatori e volontari.

Incontriamo alcuni ragazzi del Centro, insieme alla coordinatrice del progetto Laura, in occasione di una cena del martedì sera, una delle tante attività che si svolgono ai Cortili. Denise e Francesca ci introducono negli spazi messi a disposizione del centro giovanile, dalle pareti decorate con le creazioni e i graffiti realizzati dagli stessi ragazzi.
Spicca tra questi una scritta rossa contornata di blu, “Cire”, a indicare il forte senso di appartenenza che i ragazzi sentono verso il quartiere. Difficile per loro, spesso migranti di seconda generazione, trovare la propria identità tra influenze culturali diverse; alla domanda se si sentano stranieri a Bologna molti di loro, pur essendo nati e cresciuti qui, rispondono di sentirsi cittadini solo a metà. Dice Alex: “Sono bolognese si può dire, però non lo sono al cento per cento”.

Anche se Bologna viene percepita come accogliente, “è una delle migliori città in cui vivere” come la descrive Bappi, loro stessi o loro conoscenti hanno vissuto episodi di razzismo, da parte dei compagni a scuola, in ambito medico o nella ricerca di una sistemazione abitativa. Secondo Ayman molto dipende anche da come i media italiani raccontano gli stranieri, generalizzando le azioni di singoli a un’intera etnia. Questo condiziona la visione di molte persone, portandole a “guardare al diverso come fosse una cosa strana”.
Diversa è l’atmosfera che si respira ai Cortili. Dice Denise: “Si impara anche questo qua, il fatto che il diverso è uguale, il diverso non è brutto, anzi è bello essere diversi”. Il confronto con persone di culture differenti, anche se complesso, è vissuto come una ricchezza che fa crescere e maturare.
Un luogo accogliente quindi, quello del Villaggio del Fanciullo, dove molti dei ragazzi sono capitati inizialmente quasi per caso, ma che hanno deciso di continuare a frequentare per molti anni. Afferma Francesca “mi sentivo proprio a mio agio”. I Cortili sono diventati per loro un punto di incontro e riferimento nel quartiere rispetto alle difficoltà di inserimento nella scuola, ma anche all’isolamento famigliare.

Alla domanda che cosa rende unico il centro rispondono i campi da gioco e la varietà di attività proposte: tornei sportivi, laboratori e ricerche sui temi dell’identità e dell’adolescenza. A caratterizzare i Cortili ci sono infine la calma e la serenità che da adolescenti altrove non trovano, la possibilità di avere persone, come gli educatori e i volontari, con cui “parlare di quello che mi passa per la testa” (Denise) e che li ascoltano e comprendono.
“È come una seconda famiglia” dice Denise, guardando una parete dove sono segnate le date di compleanno di ogni ragazzo. Ed è proprio questo il clima che si percepisce stando tra loro e vedendoli apparecchiare la tavola e cucinare insieme della pasta al forno chiacchierando.

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