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Sta giungendo al termine il progetto di AIFO “VAI – Valorizzare l’Autonomia e l’Inclusione dei giovani con disabilità in Mozambico” che verrà presentato in una conferenza conclusiva, il 27 novembre, nell’ambito di HANDImatica, la fiera dedicata alle tecnologie per la disabilità. Simona Venturoli, project manager del progetto, presenta in questa anticipazione tutti i punti salienti.

Cos’è “VAI”, qual è il suo scopo e come è stato sviluppato?
Il progetto “Vai – Valorizzare l’Autonomia e l’Inclusione dei giovani con disabilità in Mozambico” è stato pensato da AIFO insieme ai suoi partner: IFPELAC – Istituto di formazione professionale e studi sul lavoro Alberto Cassino, l’ente nazionale di formazione professionale che dipende dal Ministero del Lavoro, ASPHI – ente sviluppatore di tecnologie assistive nell’ambito della disabilità e FAMOD – Forum delle Organizzazioni delle persone con disabilità del Mozambico.
È un progetto annuale iniziato l’1 ottobre 2019, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna. AIFO collabora da anni con la Regione e proprio grazie al contributo di quest’ultima si è arrivati a realizzare numerosi progetti in Mozambico.
Si tratta di un percorso specifico che riguarda tre zone del Mozambico: Maputo, Beira e Pemba. Ha come focus la formazione professionale e quindi l’accesso al mondo del lavoro dei giovani con disabilità. L’obiettivo è quello di guidare i giovani verso l’autonomia, l’autosufficienza affinché vengano inclusi nel mondo del lavoro e quindi nella propria società. È uno dei punti fondamentali per AIFO, poiché non si può parlare di diritti e di società inclusiva se le persone con disabilità non hanno modo di rendersi autonome avviando le cosiddette attività generatrici di reddito.

Per fare questo bisogna fare acquisire ai giovani delle competenze professionali, in questo caso, attraverso i corsi di formazione messi a disposizione dall’IFPELAC. Assieme abbiamo elaborato questo progetto che punta tutto sull’introduzione di tecnologie assistive low-cost e low-tech quindi accessibili sia dal punto di vista economico-finanziario sia dal punto di vista fisico. Abbiamo inoltre reso accessibili le sedi di svolgimento, offerto corsi di formazione per i formatori affinché fossero in grado, a loro volta, di formare i giovani con disabilità ma anche alla dirigenza, agli educatori e alle figure psicopedagogiche. 

La cosa che più mi preme sottolineare è l’approccio inclusivo che è stato messo in pratica. Oltre al lavoro svolto da AIFO, IFPELAC ed ASPHI c’è stato l’intervento di FAMOD. Il forum ha garantito la partecipazione delle persone con disabilità non solo in veste di beneficiari ma come diretti protagonisti, cooperatori e formatori. Questo aspetto è importante per me non solo in quanto responsabile del progetto ma in quanto persona. La componente di ricerca è stata fatta da giovani con disabilità per giovani con disabilità e rappresenta un’azione di empowerment, processo di crescita, sia dell’individuo sia del gruppo, basato sull’incremento della stima di sé, dell’autoefficacia e dell’autodeterminazione per far emergere risorse latenti e portare l’individuo ad appropriarsi consapevolmente del suo potenziale. Questa ricerca è stata molto importante perché individuava i beneficiari ma soprattutto serviva a coinvolgere categorie svantaggiate come le donne. In un paese come il Mozambico essere disabile vuol dire essere discriminato ma essere una donna con disabilità significa essere soggetta a una doppia discriminazione. Questa è stata un’attività di background invisibile ma di vitale importanza per l’intero progetto.
Infine abbiamo assegnato delle borse di studio per garantire una partecipazione reale dei giovani. Tutto questo è stato possibile grazie alla forte ossatura di AIFO Mozambico che è attivo dal 1974. Il progetto è costato soltanto 102.000 euro. 

Quali sono stati i corsi che hanno ricevuto maggiore adesione da parte dei giovani e che hanno avuto modo di proseguire nonostante la pandemia?
I corsi dove abbiamo ricevuto maggiore adesione sono stati: gestione delle risorse umane, informatica, contabilità, cucina, elettricista, bellezza estetica, meccanica e idraulica. Ovviamente tutto questo è stato rallentato fortemente dal Covid poiché i centri professionali hanno dovuto chiudere ripartendo poi ad agosto. Abbiamo dovuto chiedere due mesi di estensione del progetto ma il percorso formativo del personale non si è arrestato grazie alla formazione a distanza. Abbiamo dovuto ripensare lo svolgimento del progetto adattando il lavoro. 

Quali possono essere le nuove prospettive di lavoro per i giovani con disabilità in un paese come il Mozambico e che ruolo hanno le nuove tecnologie?
I corsi di informatica risultano essere tra i più utili per l’emancipazione di questi giovani perché rispondono alla domanda di mercato odierno e ben si adattano a molte tipologie di disabilità. Abbiamo voluto puntare molto su questi, fornendo gli strumenti informatici necessari e le famose TIC per rendere utilizzabili le postazioni di lavoro dalla maggior parte degli utenti. Tra le tecnologie assistive utilizzate c’erano dei kit molto interessanti come il Click For All realizzato da ASPHI, uno dei partner del nostro progetto, che ha una lunghissima esperienza nell’ambito della disabilità. 

Le attività di AIFO in Mozambico hanno risonanza anche in Italia?
Affinché tutto questo lavoro non rimanga legato solo al Mozambico proponiamo diverse attività di sensibilizzazione in Italia basandoci sull’esperienza in Africa. Queste attività risultano utili per fare conoscere le tematiche della disabilità e della cooperazione più in generale anche nel nostro Paese. A breve ci sarà un evento, previsto per il 27 di novembre, che presenterà il progetto VAI nell’ambito di HANDImatica, la fiera dedicata alle tecnologie per la disabilità, in un’edizione tutta online che si svolgerà dal 26 al 28 novembre. 

Per partecipare all’evento di presentazione del progetto “VAI – Valorizzare l’Autonomia e l’Inclusione dei giovani con disabilità in Mozambico” è sufficiente fare l’iscrizione sulla pagina dedicata >>, dove è possibile consultare anche il programma completo della conferenza.