Non avere una residenza implica, tra le altre cose, non potere ricevere posta. Certo potrebbe essere piacevole non dover più ricevere multe e bollette ma se non arrivassero più documenti come, per esempio, la tessera sanitaria, non si potrebbe più usufruire delle prestazioni sanitarie. In questo periodo di emergenza Coronavirus è impensabile non avere un medico curante. E’ fondamentale, dunque, avere una residenza e per ottenerla è sufficiente dichiarare il proprio indirizzo di domicilio. Come si fa allora con tutti coloro che un domicilio non lo hanno? L’unica soluzione è quella di creare una Via Fittizia.
La fio.PSD – Federazione Italiana degli Organismi per le Persone Senza Dimora e Avvocato di strada mettono a disposizione di tutti i Comuni un vademecum per deliberare l’istituzione della Via Fittizia, strumento necessario per garantire la residenza alle persone senza dimora.
Quella della residenza anagrafica – afferma Antonio Mumolo, presidente di Avvocato di strada – è una delle nostre battaglie storiche. La legge riconosce l’importanza della residenza anagrafica ed è per questo che tutti i Comuni sono obbligati a riconoscerla a chi vive in un dato territorio. Se non hanno una dimora fissa le persone possono prendere la residenza eleggendo domicilio presso un’associazione, una mensa dove sono conosciuti, un dormitorio o presso una via fittizia che, come raccomanda da anni l’ISTAT a tutti i comuni italiani, deve essere istituita proprio a questo scopo.
La Circolare Istat 29/1992 ha stabilito che ogni Ufficio Anagrafe deve registrare la persona senza tetto o senza dimora nel registro della popolazione residente, istituendo – in caso di assenza di domicilio o residenza – una via fittizia che non esiste dal punto di vista territoriale/toponomastico ma ha equivalente valore giuridico e nelle quale la persona elegge il proprio recapito.
Chi lavora con le persone senza dimora sa che questa via non risolve tutti i problemi ma può essere un primo strumento con il quale dare riconoscimento alle persone e al loro diritto di ricevere la posta o gli atti ufficiali al fine di agevolare l’identificazione delle stesse.
E’ bene precisare, in questi casi, che l’iscrizione nella via territorialmente non esistente costituisce residenza anagrafica a tutti gli effetti e permette il rilascio della carta di identità, nonché l’accesso a tutti i diritti e le prestazioni normalmente dipendenti dall’iscrizione anagrafica.
Ogni limitazione nell’accesso a tali diritti e prestazioni nei confronti di coloro che sono iscritti in una via virtuale è da ritenersi illegittima perché la Residenza è a tutti gli effetti, anche per le persone senza dimora, un diritto soggettivo e non concessorio (Legge anagrafica, Legge n. 1228 del 24.12.1954) rivolta a tutti i cittadini che ne hanno facoltà. Fanno eccezione gli stranieri non regolarmente soggiornanti sul territorio.
Deliberare una via fittizia è importante perché consente alla persona senza dimora di fare richiesta dei seguenti documenti: carta di identità, tessera sanitaria, permesso di soggiorno. Con questa iniziativa, oltre a sensibilizzare le istituzioni, si è voluto creare una vera e propria guida messa a disposizione di tutti i comuni che non hanno ancora istituito la via fittizia.