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La semplificazione delle procedure amministrative tramite la digitalizzazione ha avuto negli ultimi mesi un’accelerazione rilevante. Per la prima volta dalla nascita dei servizi anagrafici è, infatti, disponibile una banca dati nazionale ed è possibile presentare la dichiarazione relativa al cambio di residenza direttamente attraverso il portale predisposto dal Ministero dell’Interno. 

Un notevole passo avanti verso una concezione più innovativa dei servizi e allo stesso tempo una modalità inedita, che pone diverse questioni da affrontare per rendere la possibilità di avere accesso al sistema anagrafico senza spostarsi fisicamente, accessibile a tutti. 

Per soppesare le potenzialità e i rischi della misura, fio.PSD, Avvocato di strada, ActionAid e ASGI hanno pubblicato una nota dal titolo “Anpr e digitalizzazione della dichiarazione anagrafica: quale impatto sui diritti?”.  

La principale tematica analizzata nel testo riguarda i criteri di accesso al portale del Ministero dell’Interno, nella fattispecie non apparirebbero chiare quali modalità saranno predisposte per consentire la prima iscrizione anagrafica alle persone sprovviste di SPID, carta d’identità elettronica o carta nazionale, senza cui non è possibile accedere al servizio.

Inoltre, secondo l’analisi delle associazioni firmatarie del documento, le linee guida che accompagnano l’implementazione del nuovo portale sono in parte non chiare e, per quanto riguarda alcuni profili – si pensi alle persone senza dimora, attualmente non ricomprese da questa possibilità o le complessità relative alla condizione dei cittadini stranieri o apolidi – destano varie perplessità. Un altro aspetto critico riguarda la questione delle donne vittime di violenza domestica o tratta, per le quali può essere rischioso indicare l’indirizzo di residenza. 

La nota si sofferma, infine, sulle potenzialità della misura, che può significare un punto di svolta nella gestione dell’anagrafe contribuendo a superare le molteplici procedure escludenti. Ciò non di meno, è sottolineata la necessità che, nell’implementazione del nuovo portale, il contenuto dell’articolo 43 del codice civile, secondo il quale «la residenza è nel luogo in cui la persona ha la dimora abituale», sia l’architrave che informa l’intero processo, unitamente alle norme in tema di domicilio.

Leggi la nota di fio.PSD, Avvocato di strada, ActionAid e ASGI >>