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di Andrea Pancaldi/ Non era difficile immaginare che il tema della disabilità sarebbe stato anche in queste elezioni presente in ogni programma (il termine disabili/disabilità è citato 107 volte: 30 Lega, 21 Possibile, 13 EuropaVerde/SinistraItaliana, 8 +Europa, 7 CentroDestra, 6 PD, 6 Azione/Italiaviva, 6 ForzaItalia, 4 CinqueStelle, 2 Unione popolare, 2 Fratellid’Italia., 1 AlternativaItalia e Italexit, nulla per ImpegnoCivico). Lega, Possibile e +Europa dedicano capitoli ad hoc e questo giustifica i numeri citati. Ovviamente un’analisi qualitativa necessita di ben altri elementi, tenendo conto delle diverse impostazioni che i programmi hanno (dei singoli partiti o delle coalizioni) e spaziando chi più, chi meno, oltre i soli temi identitari.

Soffermandoci sul lessico, rimane ancora il termine invalidi (8), e un solo e solitario diversamente abili.
Tra i target del sociale i partiti, soprattutto i maggiori, se non per politiche di contrasto, si tengono quasi sempre ben lontani dalla scomodità dei temi del carcere, delle dipendenze, della salute mentale, della devianza minorile. Discorso in parte diverso per immigrati e rom (i secondi assenti) su cui per anni si è picchiato duro. Restano i disabili che parrebbero i più meritevoli a buona parte dell’arco politico. Meritevoli anche gli anziani, ma meno spendibili mediaticamente.

Nel mondo della disabilità anche giudizi contrapposti tra chi dichiara “la grande assente dal dibattito” e chi sostiene che “finalmente la disabilità non è la grande assente”. Circa le candidature si ha solo notizia di quella nella Lega di un presidente nazionale di associazione, ma con il taglio dei parlamentari questa volta per la cosiddetta società civile è tempo di magra. Resta l’annoso problema del rapporto tra associazioni e politica, visti i tanti dissensi delle sedi locali della citata associazione che giudicano la candidatura incompatibile con le mancate dimissioni.

Una dettagliata analisi di parte dei programmi in area disabilità viene fatta da Adriana Belotti su Superabile.
In generale si può dire che non compaiono novità di rilievo (salvo i riordini legislativi in corso) rispetto al dibattito consolidatosi negli ultimi anni (barriere, lavoro, tecnologie, dopodinoi, vita indipendente, pensioni/invalidità) e a quanto già presente, più o meno, alle elezioni del 2018 e prima, per tranche, nei programmi biennali delle ultime Conferenze  nazionali  in materia di Firenze e Roma.

Essendo quello della disabilità un mondo in cui esiste una certa tendenza ad avere scarsa memoria su come si sedimentino nel tempo le varie tematiche, riproponiamo quanto successe alle elezioni del 2018.
Nella disabilità su tanti aspetti si è sempre all’anno zero, applicando la deleteria regola che il cosiddetto “nuovo” invece di integrarsi, cancella tout court il cosiddetto “vecchio”. Regola che tra l’altro passa più dalle parti delle dinamiche di potere che non di quelle di comunicazione, consapevoli o meno che siano.

Qui infine potete leggere i vari programmi in edizione completa.