La comunità dell’ateneo di Bologna continua a stringersi intorno a Patrick Zaky, lo studente ventisettenne che resta tutt’ora detenuto in Egitto. Per fare sentire al giovane la vicinanza nonché la solidarietà di tutta la comunità è stato creato un indirizzo e-mail per scrivere a Patrick Zaky. Sarà a disposizione di chiunque voglia scrivere anche solo un breve testo:
forpatrick@unibo.it
“Invito quanti vogliano far sentire la loro voce a scrivere a questo indirizzo”, dice il rettore Francesco Ubertini. “La scrittura può essere un ottimo strumento di resistenza alla violazione dei diritti essenziali, così come un modo per creare un legame e ridurre le distanze in questo momento così difficile. La raccolta di tutti i messaggi arrivati potrebbe rappresentare il più bel regalo di bentornato a Patrick, nel momento in cui potrà nuovamente frequentare la nostra comunità”.
Nei giorni scorsi, il Rettore aveva scritto all’Ambasciatore dell’Egitto in Italia per chiedere che Patrick possa tornare a frequentare le lezioni del master europeo GEMMA, al quale è iscritto, grazie al servizio di didattica online oggi offerto all’intera comunità studentesca dell’Alma Mater. “Spero che a Patrick sia consentito di soddisfare il desiderio di conoscenza e sapere che nessuno, mai, ha il diritto di reprimere”, ha ribadito il Rettore.
La vicenda di Patrick George Zaky è iniziata lo scorso 7 febbraio quando è stato arrestato a Il Cairo.
Lo studente dell’Università di Bologna che partecipa al GEMMA, un master in Gender e Women Studies (parte dell’Erasmus Mundus), era tornato in Egitto per vedere la famiglia. All’aeroporto lo aspettavano, invece, le forze dell’ordine che al suo arrivo lo hanno arrestato. Si sono susseguiti, da allora, numerosi giorni di manifestazioni, appelli e petizioni da parte della comunità internazionale rimasti finora inascoltati dalle autorità egiziane.
Mentre il futuro del ragazzo rimane ancora incerto, i media egiziani attuano una campagna denigratoria nei suoi confronti. Secondo alcuni giornali vicini al governo, Zaky sarebbe gay oltre che attivista per i diritti LGBTQ+. Il giornale ufficiale dello stato egiziano, Akhbar Elyom, ha pubblicato un articolo in cui punta il dito contro il presunto orientamento sessuale del ragazzo “È gay e studia i diritti degli omosessuali, è uno scandalo”, riferendosi chiaramente al suo master legato al genere. L’intento sembrerebbe quello di dipingere Zaky come pericoloso e sovversivo agli occhi della società egiziana dove, anche se l’omosessualità non è esplicitamente punita per legge, permangono profondi retaggi omofobi e sessisti.
Patrick è accusato di vari reati tra cui “diffusione di notizie false”, “incitamento alla protesta” e “istigazione alla violenza e ai crimini terroristici”.