In un’ampia stanza dal soffitto alto rimbomba la voce profonda e calma di Fabian Nji Lang, che racconta in un italiano perfetto la sua storia di migrazione che dal Camerun lo ha portato a Bologna. Dell’Italia lo affascinava l’immagine che ne arrivava all’estero: quella delle belle scarpe, dei bei vestiti, del Vaticano, di Roberto Baggio… Certo, l’Italia lo ispirava per via della sua lingua musicale, ma anche perché era il paese europeo in cui era più facile ottenere un visto.
Ci racconta che, una volta arrivato, avrebbe preferito andare a Verona o a Venezia, immaginate tante volte per via dalle sue letture di Shakespeare, ma all’Ambasciata gli consigliarono la più accogliente Bologna, città di cui si è subito innamorato e che non ha più lasciato.
Giovane intellettuale e attivista politico in Camerun, Fabian si iscrive all’Università di Bologna, prima ad Economia, poi a Scienze Politiche. In un’aula affollata da più di 600 persone lui era l’unico nero. A quell’ epoca l’integrazione era un concetto ancora remoto. Nonostante la sua grinta e voglia di fare, Fabian si è dovuto scontrare fin da subito con pregiudizi e razzismo. Ricorda la madre della sua prima fidanzata italiana che si rifiutò di stringergli la mano, o una ragazza in autobus che l’accusò senza nessun motivo di averle rubato il portafoglio. Gli episodi spiacevoli erano all’ordine del giorno ma, ammette Fabian, gli hanno insegnato molto e gli hanno dato la forza per impegnarsi e costruire qualcosa qui, in Italia.
L’impegno nel volontariato
Il problema, spiega, non è il razzismo, quanto l’ignoranza da cui il razzismo deriva. Per questo è necessario un grande lavoro di comunicazione per tentare di ridurla: solo così può avere inizio un vero percorso di integrazione. Fabian è impegnato nel volontariato da moltissimi anni ed è lì che secondo lui sta il senso della comunità. Ciò che l’ha spinto a impegnarsi nel volontariato era il desiderio che nessun altro subisse le stesse sofferenze che aveva dovuto sopportare lui stesso.
Quando comincia a seguire un corso di mediazione culturale organizzato dal Comune di Bologna pensa sia l’occasione giusta per trovare un impiego, ma il lavoro non arriva. Invece di perdersi d’animo, Fabian decide di fondare un’associazione per rispondere alle domande e ai bisogni dei migranti. Nel gennaio del 1999 nasce così Di Mondi, un’associazione con l’obiettivo di facilitare l’integrazione, e nel 2000 fonda Universo, finalizzata all’apprendimento della lingua italiana. Il suo impegno è ispirato da un’idea semplice, e al tempo stesso nobile: «Quando incontro un’altra persona so che quello che ci accomuna è la voglia di vivere e di dignità. Se posso far star bene qualcuno lo faccio perché mi dà gioia».
Comunità e accoglienza
A Bologna sono ormai decine le comunità africane di diversi paesi, ma secondo Fabian per un migrante può essere rischioso limitarsi a frequentare i propri compatrioti: «solo chi accetta la relazione complicata con l’Italia e fa nascere l’amore, si integra e va avanti». Nel suo caso l’amore è veramente sbocciato e ricorda ancora che la cosa più bella per lui era quando qualcuno gli parlava in italiano perché lo faceva sentire accolto. Per molti anni Fabian ha lottato per creare un forum di tutte le comunità che permettesse di affrontare al meglio i problemi comuni attraverso il dialogo e la cooperazione. Purtroppo questo tentativo è fallito, ma Fabian continua a lavorare dedicandosi alle persone e ai loro bisogni.
Gli chiediamo cos’è cambiato nell’accoglienza italiana da quando è arrivato e ci parla del servizio SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) e delle opportunità che dà ai nuovi arrivati. Ma Fabian ricorda anche gli effetti negativi che può avere un progetto di accoglienza di questo tipo. Secondo lui le promesse di tutela limitano la creatività e l’intraprendenza di chi arriva, creando in qualche modo l’illusione di una vita agiata e senza fatiche. Nel corso degli anni, la mentalità italiana è diventata molto più aperta sulla questione immigrazione, ma il cammino verso l’integrazione richiede ancora ai nuovi arrivati molto impegno e determinazione.
Il cambiamento nasce dalla partecipazione
In questi anni Fabian si è dedicato alla politica in Italia in modo diverso da come faceva in Camerun. Ha preferito dedicarsi agli altri attraverso l’azione diretta sul campo, piuttosto che sedersi dietro un tavolo e discutere come fanno i politici. Fabian sostiene che quella di oggi è una politica secca, arida e aggressiva, dalla quale prende le distanze attraverso il suo impegno nelle associazioni, molto più attente alle problematiche delle persone e alla ricerca di soluzioni concrete. Con l’associazione Universo si dedica a tutte le persone in difficoltà, non solo stranieri, ma anche, ad esempio, italiani senza fissa dimora. Il nome Universo deriva proprio da questo: dalla convinzione che tutti siamo parte di una medesima comunità.
Fabian ha scelto di cambiare le cose con una politica quotidiana e una pratica della cittadinanza attiva che agisce dal basso giorno per giorno. Un’azione di impegno sul territorio e sulle persone basata sul dialogo come arma per una trasformazione positiva del reale e per l’inclusione di diversi punti di vista, che stimoli la partecipazione di tutti al cambiamento.
Samuela Bacchereti e Matteo Giacomelli