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La vita è un lungo viaggio in cui si incontrano altre persone, ciascuna con la sua storia fatta, a volte, di momenti dolorosi e difficili, perché “la vita non è certo meritocratica” e tutti siamo in balia degli eventi. Ciononostante non siamo soli ma possiamo comunicare tra di noi in modo profondo, le relazioni interpersonali vere esistono, possono essere tra amici, tra madre e figlio, con il proprio coniuge ma anche con il proprio paziente. È questo il messaggio profondo che emerge leggendo il libro “Incontri, viaggiare insieme” della psichiatra e psicoterapeuta Maurizia Boschi.

L’autrice ha una lunga esperienza professionale che l’ha portata a lavorare nelle cliniche psichiatriche prima della legge n.180 del 1978 (la cosiddetta legge Basaglia), poi a prendere parte alle grandi sperimentazioni nei servizi territoriali e infine a decidere negli anni 2000 di dedicarsi alla libera professione, “Perché – spiega – volevo lavorare in un modo diverso, con più tempo da dedicare ai pazienti e questo nel servizio pubblico non era più possibile”.

Attraverso la scrittura è possibile riannodare i fili di un’intera esistenza dove la cura degli altri, attraverso la sua professione di psicoterapeuta, ha avuto una grande importanza: “Era qualcosa che era già dentro di me, la passione di scrivere mi accompagna da quando ero ragazzina. E l’occasione mi è stata data durante il lockdown quando, costretta a rimanere per lungo tempo tra le mura domestiche, ho ritrovato molti miei scritti e ho avuto più tempo per ricordare, per risalire nel passato. Ho ritrovato le lettere di persone che avevo in cura, io stessa li invitavo a scrivere”. L’invito a scrivere, infatti, sottolinea un’altra caratteristica della scrittura, che serve a chiarire le proprie emozioni, i sentimenti, a calmarli addirittura, donando a chi scrive una nuova consapevolezza, una nuova conoscenza di sé.
Attraverso questo libro Maurizia Boschi riesce a legare cose molto diverse tra loro, ma evidentemente non distanti. Analizza in modo profondo il rapporto con gli amici e nello stesso tempo spiega che cosa sia l’amicizia, parla dell’assistenza che ha fatto alla madre per 11 anni e ci mostra in modo sincero come, anche con una professionalità come la sua, certi momenti si vivono – a tratti – nel buio.

E poi le lettere dei pazienti. “Queste lettere non state trascritte fedelmente ma sono state riviste – spiega l’autrice – un po’ per rispettare la segretezza professionale ma anche perché ci ho messo delle mie riflessioni”. Oltre a queste testimonianze ricostruite, nel testo sono presenti diverse storie di pazienti, viaggiatori a loro volta che Maurizia Boschi ha incontrato nella sua vita e che ritrae nel loro smarrirsi e ritrovarsi, per poi riprendere il loro viaggio in un’altra direzione.

“Siamo tutti viandanti – spiega l’autrice – e in questo libro c’è un po’ tutto quello che incontriamo nella vita. Alla mia età, oramai anziana, mi sono chiesta che cosa potevo lasciare della mia vita professionale a cui ho dedicato molto, avevo bisogno di scrivere un memoriale, una testimonianza di esperienze da condividere, da trasmettere, una eredità emotiva, un diario che vuol essere collettivo e che riguarda tutti”.

Da questo diario collettivo emerge la storia di un’intera vita dedicata all’ascolto e all’incontro, a tutti i livelli, da quello personale a quello professionale, un’intera vita perché, come è anche per tutti noi, la nostra esistenza non si compone di parti separate che poco c’entrano l’una con l’altra, ma sono parti collegate, legate da fili sottili che non sempre riusciamo a cogliere. Nel caso di Maurizia uno di questi fili è la fiducia sorta dal fatto di essere cresciuta in una famiglia affettuosa e poi la vita di cortile che permetteva rapporti confidenziali con tutti.
Sono questi alcuni dei presupposti che guideranno poi la sua vita professionale di terapeuta. “La scelta di considerare e privilegiare la dimensione reale dei rapporti interpersonali” come si legge nella premessa del libro, è un’affermazione che stride molto con la cultura creatosi con l’avvento del digitale, dove i rapporti personali sono mediati da un mezzo che caratterizza molto la nostra comunicazione. Di questa sua diversità metodologica e culturale si scusa addirittura nel testo, ma non dovrebbe.

È possibile acquistare il libro alla libreria Ubik in via Irnerio 27 a Bologna oppure lo si può chiedere alla casa editrice Bonomo https://www.bonomoeditore.com/