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Quanto sappiamo della migrazione? Che percezione ne abbiamo? 
Perché molta gente è costretta ogni anno a migrare e spesso affrontare il Mediterraneo? Cosa fa la politica? Il tema dei migranti caratterizza la politica e le discussioni della società civile italiane da ormai diversi anni, laddove il linguaggio dei media nazionali canalizza l’attenzione in maniera errata distorcendo la realtà dei fatti.

In un contesto politico come quello attuale si rivela di grande importanza la conferenza per la presentazione del Dossier Statistico Immigrazione 2022, in collaborazione con Lai-momo, Africa e Mediterraneo e la cooperativa sociale Abantu, che ha avuto luogo giovedì 27 ottobre, e in contemporanea in tutte le regioni italiane, nella Sala Conferenze della Biblioteca Salaborsa a Bologna. 

Il dossier è curato dal Centro Studi e Ricerche IDOS con il sostegno della Chiesa Valdese e dell’Istituto di Studi Politici “San Pio V”.

Un appuntamento annuale che, come gli altri anni, vede alternarsi diverse figure della politica locale, regionale e nazionale, insieme a esponenti di associazioni che monitorano e discutono la situazione delle persone migranti e sulla loro presenza attiva nella demografia sia del territorio regionale sia di quello metropolitano e cittadino.

“L’impegno politico c’è stato e c’è ancora, ma senza retorica”: queste le parole  di Luca Rizzo Nervo, Assessore al Welfare, nuove cittadinanze e fragilità del Comune di Bologna, che ha aperto la conferenza, a cui fa eco l’intervento di Maria Adele Mimmi, Capo Area Welfare e Promozione del Benessere della Comunità comunale.

Dal rapporto si evince come il Comune di Bologna e l’intera Area metropolitana si riconfermino ancora mete di flussi migratori, sia di immigrazione dall’estero sia di immigrazione interna da altre regioni italiane, per motivi di lavoro o per studio, fattore che da sempre ne contraddistingue il tessuto demografico. 
Su una popolazione di 392.000 abitanti, 1/4 è rappresentata da anziani, il che rende la situazione demografica alquanto critica, nonostante le 14.000 persone che ogni anno scelgono Bologna e creano quindi un dinamismo demografico, difficilmente riscontrabile in altre città italiane. Di questi 14.000, almeno 10.000 vengono dall’Italia e 4.000 dall’estero, mantenendo lo status di città accogliente

Riguardo all’Area metropolitana, il welfare inteso come espressione e realizzazione del singolo coinvolge 41 comuni e 13 enti partner del Terzo Settore, rendendo il valore dell’accoglienza un progetto metropolitano che vede 344 strutture attive alla ricezione. 
A seguito dell’esodo forzato a causa del conflitto, la popolazione ucraina rappresenta la prima accolta in queste strutture, seguita da quella nigeriana e afghana, con relativo arrivo di interi nuclei familiari e minori. 

“Tra le varie cause di migrazione, oltre a guerre o motivi politici, molti ignorano che ci sono anche cause ambientali, il che contribuisce ad aumentare il numero di migranti forzati. Si parla di 23,7 milioni in tutto il mondo, senza dimenticare i morti e i dispersi nel Mediterraneo”.
L’intervento di Pietro Pinto, della redazione di Dossier Statistico, marca le principali cause di migrazione, i relativi numeri e traccia una panoramica della presenza migrante – regolare e irregolare – a livello nazionale, che mette l’Emilia-Romagna prima tra le regioni per presenza di cittadini stranieri, con un nuovo incremento di migranti nella parte settentrionale, nelle province di Parma, Piacenza e Modena. 
Le provenienze sono diverse, seppur i Paesi dai quali provengono i flussi maggiori di persone siano Romania, Marocco, Albania, Ucraina, Cina, Moldavia e Pakistan.

Dagli ultimi dati si nota, inoltre, una netta prevalenza di donne e l’età media degli stranieri di 35,7 anni; si ha quindi un aumento di fasce meno giovani e sempre più stranieri che invecchiano nel territorio, mentre i minori rappresentano oltre 1/5 dei cittadini stranieri (circa ¼ dei nati in regione è straniero). 
Quella dei minori rappresenta un tipo di accoglienza diversa, più delicata e difficile da gestire, in quanto si è davanti a un tipo di ricezione che richiede maggiore attenzione soprattutto da un punto di vista psicologico. 

Cresce il numero di stranieri in Italia ma anche il numero di stranieri occupati, complice anche il radicamento nel territorio: i migranti creano impresa e, ad oggi, equivalgono a 1,27 miliardi di entrate nelle casse dello Stato.   

Strettamente collegati al complesso discorso sull’immigrazione sono i temi del razzismo e della discriminazione; nei piccoli e grandi centri, non sono rari i casi di discriminazione in ambiti lavorativi. Proprio da questa istanza nasce il Progetto SPAD – Sportello Antidiscriminazioni del Comune di Bologna, rappresentato durante l’evento da Marie-Paule N’Guessan. 
Il suo intervento ha fatto emergere l’approccio intersezionale del progetto e la sua utilità nella città di Bologna e non solo, con 33 associazioni partner. Ad oggi, la discriminazione etnica è il fattore maggiore di discriminazione, che conta 55 segnalazioni ricevute attraverso vari canali, con casi discriminatori presenti soprattutto nel campo dell’immobiliare, sul lavoro, per le cure mediche e nell’erogazione di servizi pubblici.  
La Regione Emilia-Romagna, intanto, continua il suo percorso nel contrasto allo sfruttamento lavorativo con l’approvazione del piano triennale per l’inclusione dei cittadini stranieri.

Per saperne di più visita il sito www.dossierimmigrazione.it/prodotto/dossier-statistico-immigrazione-2022/