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Giovedì 10 giugno è stato presentato il rapporto Ecomafia 2020, documento con cui ogni anno Legambiente Onlus registra gli illeciti ambientali in Italia. La presentazione, trasmessa in diretta streaming sulla piattaforma Zoom e sulla pagina Facebook di Legambiente Emilia-Romagna (dove è possibile rivederla), è stata organizzata in collaborazione con Libera Emilia-Romagna.

Numerosi i relatori e le relatrici presenti all’incontro. Nicoletta Grassi, Segretario Associazione Nazionale Forense, Lorenzo Frattini, Presidente di Legambiente Emilia-Romagna, Enrico Fontana, Responsabile Osservatorio nazionale Ambiente e Legalità di Legambiente, Sofia Nardacchione, Responsabile comunicazione Libera Emilia-Romagna, Generale Fabrizio Mari, Comandante del Circolo Ufficiali delle Forze Armate d’Italia Emilia-Romagna, Maria Luisa Caliendi e Francesco Colliva, Centro Azione Giuridica Legambiente Emilia-Romagna, Emma Petitti, Presidente Assemblea Legislativa Regione Emilia-Romagna, Flavio Lazzarini, Sostituto Procuratore distrettuale antimafia.

Nicoletta Grassi ha aperto l’incontro sottolineando la necessità della partecipazione attiva degli avvocati, in quanto difensori dei diritti, alla vita della società e alla diffusione dei principi di legalità.
Enrico Fontana ha esposto nella sua presentazione i dati relativi ai reati eco-mafiosi: nel 2019 i reati contro l’ambiente accertati sono stati 1.178, che equivale ad una crescita del 48% in Emilia-Romagna rispetto al 2018 (trend superiore alla media nazionale).

L’intervento del gen. Fabrizio Mari ha fornito anche alcuni dati del 2020 e ha parlato delle inchieste aperte sui reati più preoccupanti (come l’associazione per traffico illecito di rifiuti) che mantengono un trend costante (39 nell’ultimo quadriennio e 10 solo nel 2020), mentre i reati perseguiti dai nuclei di Carabinieri forestali, ambientali ed agroalimentari sono passati da 689 del 2019 a 765 nel 2020.

Fontana fa inoltre notare che, se da un lato i numeri in crescita dei reati accertati indicano un incremento degli illeciti, dall’altro mettono anche in luce una maggiore efficacia di strumenti e controlli (anche grazie alla legge 68/2105 che ha introdotto i delitti ambientali nel Codice penale). E ribadisce la necessità di rendere sempre più accessibile la possibilità di segnalare gli illeciti, responsabilizzando la cittadinanza.

Invito condiviso da tutti i partecipanti, che hanno ricordato l’importanza di un lavoro culturale e collettivo costante che coinvolga le associazioni e i cittadini e rivolto anche agli attori economici e alle imprese.

Qui è disponibile un’anteprima dei numeri e le storie raccontati nel Rapporto Ecomafia 2020 >>