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I costi della vita aumentano e con essi il numero di famiglie che chiedono aiuto ad organizzazioni come Antoniano.

Nel giro di tre anni, tra pandemia ed effetti legati alla crisi, il numero di famiglie che richiede un sostegno è in aumento del 79%, un dato allarmante che non accenna a diminuire; basti pensare che, rispetto al 2021, il numero è aumentato del 18%.

Questo è quanto emerge da un’analisi di Antoniano sulle 18 strutture francescane della rete “Operazione Pane” sul territorio italiano, da Nord a Sud, che hanno già distribuito complessivamente quasi 39.000 pasti al mese nel solo 2022.

Per questo, l’Antoniano ha da poco lanciato una campagna solidale che rimarrà attiva fino al 9 dicembre, con l’obiettivo di garantire un pasto caldo e un aiuto concreto alle migliaia di famiglie e persone sole che vivono in condizioni di disagio dettato dalle contingenze attuali legate alla crisi economica internazionale.
È possibile inviare un sms o fare una telefonata da rete fissa al numero solidale 45588.

A farci entrare nel vivo del problema sono le parole del direttore dell’Antoniano, frate Giampaolo Cavalli: «La situazione è già grave e la crisi economica che stiamo vivendo non può che esacerbare il problema. Abbiamo già riscontrato un aumento delle richieste di aiuto per sostenere il costo della vita: le persone che si rivolgono alle strutture della rete di Operazione Pane non chiedono più solo sostegno alimentare, ma anche un aiuto di tipo economico per pagare le bollette, l’affitto e comprare i libri di scuola per i bambini».

A chiedere aiuto non solo intere famiglie, ma anche singoli che, solo nel 2022, sono in 7000, numero anche questo che vede un incremento del 10% rispetto all’anno precedente.
Nell’anno in corso sono già quasi 10.000 le persone sostenute dalle strutture francescane di Operazione Pane, tra cui oltre 800 mamme e 700 papà, per un totale di circa 1.400 nuclei familiari e oltre 1.500 bambini.

L’Operazione Pane sostiene anche 5 strutture francescane all’estero: tre in Ucraina, a Odessa, Konotop e Kiev e una a Braila, in Romania, nate tutte in seguito alla guerra in Ucraina e al conseguente esodo forzato di migranti; una quinta struttura è in Siria, ad Aleppo, che distribuisce oltre 1.000 pasti al giorno aiutando 3.000 famiglie.