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La Portavoce del Forum Nazionale Terzo Settore, Vanessa Pallucchi, intervenendo lo scorso 8 luglio alla seconda edizione della Summer School di Cantieri ViceVersa – Network finanziari per il Terzo Settore, che si è tenuto a Parma, ha parlato delle opportunità legate al Pnrr.

Viste l’entità delle risorse, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è infatti, secondo Vanessa Pallucchi, un’occasione unica per “riprogrammare il futuro del nostro Paese e superare quei gap che ci fanno guardare al futuro con preoccupazione. A cominciare dalle disuguaglianze e dalle molte carenze strutturali. Come Forum Terzo Settore crediamo che la co-programmazione e la co-progettazione potranno dare nuove opportunità di integrare risorse pubbliche e private. Mancano però reali occasioni di partecipazione: l’integrazione tra le azioni e i soggetti stenta a partire, pensiamo ad esempio alla modalità con cui vengono costruiti i bandi, che a volte non prevede la co-programmazione e co-progettazione. Riscontriamo inoltre la tendenza ad attivare finanziamenti ‘a pioggia’ e poco mirati. Non ci possiamo però permettere di non cogliere l’occasione delle risorse del Pnrr per cambiare. Dobbiamo investire sulla giustizia ambientale e sociale per il futuro del nostro Paese”.

La Portavoce del Forum Nazionale ha poi aggiunto “Stiamo facendo incontri con Ministeri e altri soggetti istituzionali per accrescere la consapevolezza delle opportunità offerte dall’amministrazione condivisa. C’è a volte un problema di tempi stretti, che purtroppo non vanno d’accordo con la qualità. Nel Terzo settore proviamo sempre di più a lavorare in una dinamica di rete, come stiamo facendo per affrontare l’emergenza Ucraina. Dobbiamo costruire una piattaforma di corpi intermedi che possano facilitare il processo d’incontro tra i tanti bisogni delle comunità e le opportunità di cambiamento”.

La fase attuale sta anche cambiando alcune valutazioni, a livello pubblico, sul Piano nazionale di ripresa resilienza. Servirà attenzione: “Temiamo che il Pnrr produca molta struttura materiale e poco modello organizzativo di cambiamento. C’è ad esempio la sfida della tassonomia sociale, che è molto complessa e richiede un’abitudine a leggere i processi in corso e le relative ricadute. La riforma del Terzo settore potrebbe aiutare in questo senso per migliorare l’efficacia delle organizzazioni nel fornire risposte sui territori. Oggi – conclude Vanessa Pallucci – discutiamo di Pnrr dopo la pandemia e durante una guerra: questo rende necessario un cambio di visuale, un approccio più lungimirante che stabilisca anche nuove e giuste priorità”.