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(articolo di Giulio Sensi, fonte: CSVnet)

Il terzo settore cresce, i volontari calano, ma non così tanto come si pensa.

Dopo aver diffuso nel maggio scorso i dati ricavati dalla nuova rilevazione campionaria del Censimento delle Istituzioni non profit, l’Istat ha prodotto nuove elaborazioni relative al decennio 2011 – 2021.

Se il numero di istituzioni non profit è cresciuto del 20% e anche i dipendenti sono aumentati considerevolmente (erano 680.811 nel 2011 sono 870.163 nel 2020), quello dei volontari dentro alle organizzazioni è calato nel decennio del 2% (da 4,758 milioni nel 2011 a 4,661 nel 2021, passando dai 5,528 emersi nel 2015). Il numero dei volontari in Italia non è dunque crollato se si prende a riferimento l’ultimo decennio.

I dati sono stati diffusi nel corso della ventitreesima edizione delle Giornate di Bertinoro per l’Economia Civile il 13 ottobre a Bertinoro (FC). Il titolo delle Giornate 2023 è “Oltre la forma. Risignificare le organizzazioni per generare cambiamento”.

Al centro delle tematiche il tema della “sostanza” delle organizzazioni, “ossia la necessità di recuperare quella diversità che rende questo mondo utile e trasformativo” come ha ricordato il presidente di Aiccon Stefano Granata con la sfida di “affrontare una sfida cruciale: risignificare le organizzazioni del Terzo Settore, spesso intrappolate in processi, procedure e modelli organizzativi che ne minano la vitalità e l’impatto sociale”.

E sulle dinamiche trasformative del non profit si è concentrata anche la relazione di Massimo Lori, responsabile del Registro Statistico delle Istituzioni Non Profit di Istat. “La rilevazione campionaria – ha detto Lori – ci consente di fare un confronto per connotare le organizzazioni in cui il volontariato è cresciuto e dove è calato. Emerge chiaramente che non c’è effetto sostituzione, ovvero che il volontariato cresce di più dove ci sono anche dipendenti”.

In più della metà delle organizzazioni senza persone retribuite (54,3%) i volontari sono diminuiti, mentre sono rimasti stabili o assenti nel 13,1% di esse e aumentati nel 32,1%. La crescita è più considerevole invece nelle istituzioni non profit che hanno persone retribuite: nel 35,6% dei casi i volontari sono saliti, diminuiti nel 32,7% e rimasti stabili o assenti nel 31,7%. Il settore dove la crescita dei volontari è stata più sostenuta è l’istruzione e la ricerca (36,4%), mentre la diminuzione più consistente riguarda la cooperazione internazionale (59,6% di organizzazioni).

Analizzando invece la ripartizione geografica, le differenze fra le zone del nostro Paese sono esistenti, ma contenute: il record sia di crescita sia di diminuzione è al nord est (segno positivo nel 33,6% del campione, negativo nel 50%).

Più significativo il trend di cambiamento se si va ad osservare la classe di volontari. Secondo i dati diffusi da Istat, a soffrire di più la diminuzione dei volontari sono le organizzazioni più grandi: quelle con più di 30 volontari hanno visto nell’80,5% dei casi un calo, mentre le piccole realtà (quelle con meno di 5 volontari hanno addirittura un trend di crescita maggiore di quello di diminuzione (segno negativo nel 22,8% di esse e segno positivo nel 47,3%).

Il calo dei volontari, secondo i dati Istat è proporzionale al numero dei volontari esistenti e dunque anche alle dimensioni delle organizzazioni. “Perdono maggiormente i volontari – ha sottolineato Lori – le realtà più grandi e meno quelle più piccole”.