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di Fabrizio Pomes / Paolo Grassi condannato all’ergastolo nell’anno 2017 e il suo amico Donald Sabanov, anch’egli condannato al fine pena mai nell’anno 2016, hanno seguito con apprensione e partecipazione la vicenda relativa all’arresto di Patrick Zaki da parte delle autorità egiziane. Patrick, come loro, era studente dell’Università di Bologna e la sua storia, in tutta la sua drammatica assurdità, li ha emotivamente coinvolti al punto che iniziarono, già 4 anni fa, a scrivergli email per manifestare tutta la loro solidarietà.

La vicenda processuale di Zaki segnata da tanti, forse troppi rinvii e da mesi di prigionia cautelare ha tarpato spesso le ali del loro entusiasmo, ma non ha mai smesso di coinvolgerli né tanto meno li ha scoraggiati dal continuare nella fitta corrispondenza epistolare. E come dopo ogni tempesta si affaccia il sole, anche per Zaki si sono aperte le porte del carcere a seguito di un provvedimento parziale di grazia del leader egiziano Al-Sisi.

Patrick, arrivato a Bologna per coronare la sua laurea, salutare la città che gli ha conferito la cittadinanza onoraria e per visitare il centro sportivo di Casteldebole dove si allena la sua squadra del cuore, non ha dimenticato i suoi due amici reclusi nella casa circondariale di Bologna e, insieme alla sua mentore Rita Monticelli, si è attivato per poter fissare un colloquio con loro. Un’emozione grandissima quella vissuta da Paolo e Donald già da quando hanno saputo della volontà di Patrick di venire in carcere a salutarli. L’incontro si è tenuto martedì 1° agosto alle ore 10 nella sala colloqui della Dozza alla presenza oltre che di Zaki anche della consigliera comunale, nonché docente del corso universitario frequentato dall’egiziano, Prof.ssa Rita Monticelli e del Garante delle persone private della libertà personale del comune di Bologna Antonio Ianniello.

Le due ore di colloquio in inglese sono state caratterizzate da momenti di grande coinvolgimento emotivo, che hanno lasciato spazio anche a copiosi pianti misti di gioia e di tristezza. La differenza delle condizioni detentive tra l’Italia e l’Egitto, la mancanza di libertà di pensiero e lo sfregio continuo della dignità umana vissute da Patrick, le esperienze di Paolo e Donald lungo il percorso di revisione critica dei reati commessi con la legittima speranza di assaporare il gusto della libertà, sono stati il filo conduttore dell’intensissimo colloquio intercorso.

La Prof.ssa Monticelli, relatrice anche della prossima tesi di laurea di Grassi, ha rimarcato l’importanza e il ruolo che la formazione universitaria può avere in carcere, al punto che lo stesso Zaki si è reso subito disponibile a seguire il corso per poter, da tutor, accompagnare i detenuti nel loro percorso di studi. Non sono mancati anche momenti simpatici, che magari in inglese avrebbero potuto creare qualche incidente diplomatico, ma che in realtà Patrick ha apprezzato con una fragorosa risata: “Patrick mi chiedevo come mai dopo i tuoi anni di prigionia hai scelto di infilarti in un’altra prigione” ha chiesto Grassi. Patrick risponde: “Lo so me lo hanno detto in molti…”. Ha replicato Grassi: “Ma no Patrick mi riferivo al tuo imminente matrimonio!!!”. Tutti i presenti sono scoppiati a ridere e lui lo ha abbracciato calorosamente! Incidente diplomatico scongiurato. Rispondendo con altrettanta ironia e sagacia: “Non è stata una decisione mia! Glielo devo, mi è stata vicina in tutti questi anni!”.

È stato disarmante per certi versi vivere questa esperienza e trovarci di fronte a un ragazzo serio, umile e allo stesso tempo scherzoso. Qualità che occorre disperatamente non perdere per non smarrire l’umanità che in questo luogo di sofferenza viene per tanti motivi estirpata.