di Santos – Di malasanità si parla diffusamente. Purtroppo anche all’interno degli istituti di pena il problema è per molti una realtà drammatica, soprattutto a causa delle restrizioni che non consentono di trovare soluzioni anche per casi gravi con la necessaria tempestività.
Vogliamo raccontarvi la storia di un detenuto, R.L.P., che ormai da mesi conduce un’ardua battaglia per ottenere cure adeguate a contrastare la progressiva perdita della vista. Abbiamo raccolto la sua testimonianza e la sua disperazione. “Mi sento con le mani legate” racconta R.L.P. “e non mi sento adeguatamente curato dal personale sanitario che mi segue. Vivo ogni giorno con la paura che l’infezione che mi ha colpito a un occhio possa accelerare il progredire della cataratta e portarmi alla cecità. Lo faccio ripetutamente presente alla dottoressa ed all’infermiera che mi seguono, ma la mia impressione è che minimizzino la rilevanza del problema”.
Viene da chiedersi: siamo qui per scontare una pena, ma a quale costo? Crediamo che l’efficienza e la rapidità nell’affrontare problemi di salute siano un diritto da garantire a tutti. Ma da qui dentro, per come vanno le cose, l’affermazione di questo principio appare un’utopia.