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di Fabrizio Pomes / Il Natale passato tra le mura di un carcere e lontano dagli affetti familiari genera nostalgia e in tanti casi fa perdere di vista la valenza della festa stessa.
In soccorso a una parte dei detenuti della Dozza è intervenuta l’iniziativa di sensibilizzazione e solidarietà promossa dall’associazione Prison Fellowship Italia Onlus, che ci ha regalato “L’Altra Cucina … per un pranzo d’amore”.

Il pranzo preparato all’interno delle cucine dell’istituto dallo chef Filippo La Mantia, coadiuvato dalla brigata di cucina composta dai detenuti, ha proposto un menù che è partito con i rigatoni alla norma, per passare al pollo con cous cous ed allo spezzatino di vitello e polpette con contorno vegetariano. Per finire, come da tradizione, pandoro e panettone per il brindisi augurale, annaffiato da Coca Cola e aranciata.
La sala cinema del carcere è stata allestita come un ristorante con tutti i tavoli occupati dai detenuti delle sezioni penali, protetti e 3 A, che hanno potuto consumare il pasto in piena convivialità con i volontari dell’associazione, con i funzionari giuridico pedagogici e con i criminologi.

La giornata ha registrato come grandi assenti le canzoni di Edoardo Bennato bloccato dal Covid e sostituito dai suoi 2 chitarristi. Dal palco, animato dal DJ e conduttore radiofonico Ringo, pseudonimo di Rocco Maurizio Anaclerio, è stata proposta una “corrida”, nella quale si sono esibiti dei detenuti rapper nordafricani che si sono alternati con una versione di Malafemmina cantata da Tommaso Russo… il tutto accompagnato dal coro di tutti i presenti in sala.
E’ stato un momento conviviale molto bello, ripreso dalle telecamere di Studio Aperto di Italia 1, che hanno immortalato i momenti più belli della festa.

Un altro aspetto che non si può non sottolineare è stata la presenza di numerosi volontari di Rinnovamento nello Spirito Santo e di alcuni volti noti del giornalismo e del mondo accademico.
Tra gli altri Gianluigi Nuzzi, conduttore della trasmissione Quarto grado in onda su Rete 4, Gianluigi Paragone giornalista e conduttore televisivo e politico italiano fondatore di Italexit, Andrea Segrè agronomo ed economista, professore di politica agraria internazionale e comparata presso l’Università di Bologna.
Tutti hanno partecipato con umiltà, al servizio dei detenuti, per offrirci un momento speciale nei giorni che in carcere sono paradossalmente più tristi di tutti gli altri. Quindi tanto l’arte culinaria che il servire ai tavoli è stata testimonianza viva di come il bene sprigiona il bene, come guarisca molte ferite dell’anima e soprattutto di come sia un ponte gettato tra il carcere e la società civile esterna, che spesso vive di pregiudizi e retropensieri.

In questo contesto di solidarietà ha servito ai tavoli anche la direttrice dell’istituto, Rosa Alba Casella ed è stato un gesto particolarmente apprezzato dai presenti.
Inoltre l’iniziativa ha avuto anche la valenza di sensibilizzare i detenuti sul tema dello spreco alimentare in quanto il pranzo è stato realizzato anche con il recupero di alimenti che altrimenti non sarebbero stati utilizzati, grazie alla campagna pubblica di sensibilizzazione di “Spreco Zero”, un progetto di Last Minute Market-Impresa Sociale, in collaborazione con il dipartimento di scienze e tecnologie agro-alimentari dell’Università di Bologna. Un’esperienza veramente bella che si spera possa essere duplicata anche in futuro.