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di Fabrizio Pomes

La vita è un viaggio complesso, costellato di sfide, successi e momenti di introspezione. Ogni esperienza, positiva o negativa, ha contribuito a plasmare il mio cammino. La mia storia, segnata da un passato di successo imprenditoriale e da una dura prova personale, vuole rappresentare un esempio potente di resilienza e rinascita. Nel viaggio della vita non si hanno strade in piano: sono tutte o salite o discese.

Per molti anni, ho vissuto una vita caratterizzata da successi. Ho costruito un’impresa solida, guadagnando rispetto e ammirazione nel mio settore; ho svolto attività a servizio dei miei concittadini riscuotendo sempre un confortante consenso, e ho realizzato una famiglia da “Mulino Bianco”. Tuttavia, il successo porta con sé anche pressioni e aspettative che possono rivelarsi schiaccianti. In questo contesto, ho imparato quanto sia fondamentale mantenere i propri valori e principi, per non perdere di vista ciò che è veramente importante.

Dieci anni fa la mia vita ha subito un cambiamento drammatico. L’accusa, il processo e il carcere hanno scosso le fondamenta della mia esistenza. È stato un momento devastante non solo per me, ma anche per la mia famiglia. Ho fatto soffrire mia moglie e i miei tre figli, che hanno dovuto affrontare le conseguenze delle mie azioni. È difficile accettare che le pene colpiscano non solo chi è direttamente coinvolto, ma anche le persone care.

Il periodo in carcere ha rappresentato una fase cruciale della mia vita. In un ambiente difficile e restrittivo, ho avuto l’opportunità di riflettere sulle mie azioni e sulle loro conseguenze. Questo tempo di isolamento è stato per me un’opportunità per riconsiderare le mie priorità e riscoprire me stesso. Molti trovano in queste circostanze la forza per cambiare direzione; io sono stato uno di quelli. È li che ho capito che il cammino della vita non si percorre mai da soli. L’amore e l’amicizia sono compagni preziosi che ci sostengono nei momenti difficili. La famiglia e gli amici che mi hanno sostenuto in questo drammatico e lungo periodo sono stati un paracadute affettivo, che mi ha consentito di tenere accesa la speranza. E al tempo stesso ho imparato a mie spese, come diceva Pirandello, che nel lungo tragitto della vita incontri tante maschere e pochi volti.

Dopo aver scontato la mia pena quasi per intero e con dignità, tornato a casa con misure alternative, ho avuto l’opportunità di riprendere in mano la mia vita. Questo ritorno non ha rappresentato solo la liberazione fisica; ma è stato anche un momento di rinascita personale. Ho affrontato il futuro con una nuova prospettiva, cercando di ricostruire e ritessere tutto ciò che avevo messo a rischio.
Il cammino della vita richiede una continua riscoperta dei propri valori fondamentali. Dopo esperienze così intense, sento il bisogno di fare ammenda e di dare un contributo positivo alla mi comunità. Ho iniziato a impegnarmi in attività che promuovono la legalità e l’integrità, cercando di diventare un esempio per gli altri. Mi ha particolarmente colpito infatti quanto mi diceva una suora in carcere citando Madre Teresa di Calcutta, “Chi, nel cammino della vita, ha acceso anche soltanto una fiaccola nell’ora buia di qualcuno non è vissuto invano”.

Il mio viaggio dimostra che è possibile rialzarsi dopo una caduta. Ogni giorno rappresenta una nuova opportunità per costruire relazioni ancora più forti e dare un senso al mio passato attraverso azioni positive nel presente. Il cammino della vita è lungo e tortuoso, ma con determinazione e coraggio, voglio continuare a scrivere la mia storia di riscatto e speranza. E allora concludo affidando alla vostra lettura un messaggio molto significativo e calzante che ci viene da Nelson Mandela che dice: “Ho imparato che solo dopo aver scalato una grande collina, uno scopre che ci sono molte altre colline da scalare. Mi sono preso un momento per ammirare il panorama glorioso che mi circondava, per dare un’occhiata da dove ero venuto. Ma posso riposarmi solo un momento, perché con la libertà arrivano le responsabilità e non voglio indugiare, il mio lungo cammino non è finito”.