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Il caldo afoso che ha avvolto le nostre città nell’estate appena trascorsa e che ha reso il carcere della Dozza un autentico inferno per le temperature raggiunte, non ha fermato l’appuntamento estivo con Estate Dozza. Un must per l’istituto di pena bolognese, interrotto a causa della pandemia e che quest’anno, grazie all’impegno profuso dai volontari dell’Associazione Poggeschi per il carcere, coadiuvati dal contributo della direttrice dottoressa Rosa Alba Casella e dell’area educativo-trattamentale è tornato a offrire alle persone private della libertà personale una serie di iniziative nelle varie sezioni detentive.

È stata una settimana ricca di iniziative e proposte spot che hanno coinvolto tutti i detenuti che ne avevano fatto richiesta; nello specifico al penale abbiamo potuto partecipare al laboratorio di psicodramma, a quello di informazione e al concerto finale dei Rulli & Frulli.

Con il supporto costante dell’area educativa gli incontri, della durata di due ore, hanno consentito un confronto con i tutor incaricati.
Il laboratorio di psicodramma, guidato dalla professionalità di un’esperta, ha offerto un percorso per leggere sé attraverso l’altro, intravvedendo la possibilità di acquisire la consapevolezza del disvalore sociale dei reati commessi ma anche, e soprattutto, di valorizzare l’idea che l’uomo sta stretto nella sentenza che l’ha condannato, nella definizione di “delinquente” che gli è stata cucita addosso. Perché ognuno di noi, si sa, è molto di più, e ha diritto di guardare al futuro senza rimanere inchiodato al passato.

Con il laboratorio di informazione, utile soprattutto a chi di noi già frequenta la redazione, abbiamo appreso alcune nozioni fondamentali del lavoro del giornalista, come l’organizzazione dei contenuti nella pagina, il passaggio dal fatto all’articolo, l’uso del linguaggio, la titolatura….

E infine, il concerto abbiamo partecipato al concerto dei Rulli & Frulli, che con la loro gioiosa rumorosità hanno creato empatia ed entusiasmo con il pubblico presente, che alla fine ha accompagnato i brani con improvvisati balli e con il battito delle mani. Ma anche in questo caso l’esempio di integrazione sociale portato in scena dal gruppo musicale ha superato le loro capacità musicali. Il gruppo e infatti formato da etnie diverse, e coinvolge anche ragazzi diversamente abili: il risultato è un perfetto mix. Per la comunità carceraria che ha assistito divertita può costituire anche un esempio di integrazione nella nostra realtà detentiva così composita e complessa.

Insomma, esperienze diverse hanno arricchito le nostre giornate; rimane l’auspicio che questi incontri intensi ma brevi possano essere propedeutici a laboratori e progetti più strutturati da avviare a partire da settembre.