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di Filippo Milazzo / In passato in carcere i panni si lavavano a mano in appositi lavatoi; negli ultimi anni, in alcuni istituti i detenuti hanno avuto la possibilità di acquistare alcune lavatrici da collocare negli spazi comuni delle sezioni.

Anche a Bologna era stata data questa possibilità, che costituiva una indubbia comodità, con l’unica spesa legata al consumo di detersivi e ammorbidente.

Oggi la situazione è cambiata: in alcune sezioni sono installate lavatrici con schede che consentono i lavaggi, al costo 2/3 euro al kg, solo a chi ha disponibilità sulla scheda telefonica. Diversamente ci si deve arrangiare a lavare i panni a mano come nel passato, a meno che non si abbia la possibilità di mandarli fuori durante i colloqui per riceverne il cambio la settimana successiva, andando però ad incidere sulla disponibilità di peso (20 kg al mese) che è possibile introdurre e che normalmente è utilizzata per i prodotti alimentari.

Al Penale le due lavatrici che erano presenti nelle sezioni sono state tolte perché a giudizio della Direzione causavano un consumo eccessivo di acqua. Non la penso così. Sono infatti convinto che con il lavaggio a mano lo spreco d’acqua sia maggiore rispetto all’uso della lavatrice. Era stata richiesta una lavatrice con la scheda oppure a gettoni, ma la Direzione ha ritenuto invece di avviare un servizio sperimentale di lavanderia. Purtroppo anche in questo caso chi ha i soldi puoi comprare il servizio (15 euro per il lavaggio di 10 kg di vestiti ed altri 15 per la stiratura); diversamente si è costretti a continuare a lavare a mano gli indumenti, anche quelli da lavoro.