di Alex Frongia / Da detenuto vi voglio raccontare la disparità di trattamento fra reclusi di Serie A, Serie B o addirittura Serie C.
Sono stato nel carcere di Catanzaro e Bologna, dove ora mi trovo ristretto. Altri miei compagni di sventura mi raccontano di decine e decine di carceri dove sono stati costretti a scontare un periodo della loro pena, senza acqua calda, con compagni di cella numericamente sopra la capienza prestabilita. Celle destinate a una sola persona, infatti, vengono adattate anche per 3 o addirittura 4 persone con limiti di spazio asfissianti.
Durante la permanenza in questi istituti fatiscenti ogni detenuto chiede, in quanto suo diritto, il trasferimento verso il paradiso carcerario (ovvero Bollate), ma purtroppo quasi nessuno riesce ad arrivarci. Il carcere di Bollate è considerato un “hotel” da parte di noi detenuti, con celle singole e pet therapy con cani e cavalli. Anche qui a Bologna si svolge la pet therapy… con gli scarafaggi; è alternativa, forse in fase di sperimentazione.
Per questa Amministrazione penitenziaria ci sono detenuti di Serie A, perché “mediatici”; ultimo Bozzoli, che dopo solo 7 ore di permanenza nel carcere di Canton Mombello a Brescia è stato trasferito nell’istituto di Bollate. Il D.A.P., ovvero il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, ha gestito il trasferimento in maniera fulminea; prova che, quando si ha interesse, in Italia le cose funzionano e sono efficientissime.
Vorrei sfatare il mito dei 58 suicidi nel 2024 fino ad oggi, imputati al sovraffollamento. Il sovraffollamento non è il solo colpevole: insieme a esso ci sono le condizioni degradanti, che il detenuto deve patire perdendo dignità; come le scarse condizioni igieniche, le cure rimandate e l’abbandono totale di un essere umano sulla sua branda.
Credo che se carcere deve essere, sia come Bollate. Prova che è possibile. Nel rispetto della società e della Costituzione, ovvero senza violare i diritti di nessun essere umano.