image_pdfimage_print

Arrivando al campo da gioco si prova già un’emozione strana: vedere i ragazzi del Giallo Dozza in
cerchio, che ascoltano le indicazioni del coach e parlano tra loro consigliandosi sulle varie possibilità di gioco e come affrontarle, fa un certo effetto. Iniziano a caricarsi tra di loro in cerchio, poi continuano ancora con le indicazioni tattiche: il coach ripete ai giocatori di comunicare tra di loro durante la partita, così da attenersi al piano di gioco, e soprattutto di dare sostegno continuo al proprio compagno di squadra. Quello che riusciamo a capire, da neofiti del rugby, è che saranno il numero 9 ed il numero 10 ad aprire ed impostare il gioco.
L’avversario di fronte oggi, al nostro speciale “Paladozza del Carcere”, è la seconda squadra del
Bologna Rugby, ovvero la cadetta, che affronterà domenica 19 ottobre il barrage per accedere al
girone promozione della Serie C. In soldoni: gli avversari saranno al completo per il test match prima di una partita che deciderà il prosieguo della loro stagione sportiva, quindi non sarà di certo una passeggiata.

Il pre-partita
Ciò che ci stupisce è il campo del carcere: addobbato e sistemato, con le linee di metà campo, dei 22 metri, di touche, di meta ed altre linee tracciate, con tutte le varie bandierine di riferimento ed i pali da rugby montati. Chiudendo gli occhi, per un attimo, ci siamo sentiti liberi: una bellissima sensazione di piacere, anche per noi che siamo a guardare la partita.
Il “Giallo” inizia a riscaldarsi, con un po’ di palleggi, due lanci in touche, e qualche situazione di gioco; nel frattempo arrivano anche gli avversari, che sotto gli occhi del loro allenatore iniziano a scaldarsi intensamente, con scatti, piegamenti, ripetute a terra e ripartenze. Vestono una maglia bianca con calzettoni blu: da notare le loro gambe enormi, due cosce come i prosciutti. Qualcuno pensa “Wa, mamma mia! Sono grossi come bisonti! Cosa ne sarà de nostri?”
Per noi è tutto nuovo, tutto un po’ speciale, cerchiamo di stare attenti e carpire qualche indicazione data: si dividono in gruppi di quattro e continuano le ripartenze, scaldando ogni muscolo del corpo con esercizi vari.
Oramai siamo vicini al calcio d’inizio ed anche il “Giallo”, che nel frattempo si era ritirato in palestra,
raggiunge il campo scaldandosi ancora con scatti e ripetute. Ci viene anche a salutare un ragazzo
della squadra, che ci dà uno pronostico sul finale: sorridiamo, esclamando “Incominciamo bene”.
​I nostri ragazzi sono in 22, mentre gli avversari si sono presentati in 28, avranno più cambi e quindi
rifiateranno di più. Ma in campo, si gioca 15 contro 15. Si giocheranno due tempi di 40 minuti, con
cooling break a metà tempo, a causa del caldo intenso. Anche se siamo quasi a metà ottobre, l’aria è piacevole e si sfiorano i 25 gradi. Sugli spalti, da notare la presenza della dott.ssa Morelli, una delle criminologhe del carcere, e della dott.ssa Cammarata insieme ad un suo collega dell’area educativa.
Gli avversari sono già in campo, ma i nostri? Si fanno attendere, cosa succede, perché non arrivasse?
Silenzio e poi, eccoli, sì, ci sono! Carichi, ed escono dalla palestra come dei gladiatori pronti a lottare fino alla fine. Arrivano e sono finalmente faccia a faccia con i loro avversari: tutto molto bello, anche la parte dei saluti reciproci, con un boato esagerato, ed i pochi spettatori ad incoraggiare. Siamo in carcere oggi? Sì, purtroppo sì, ma siamo anche ad una partita di rugby. Non ufficiale, ma a breve inizierà il campionato, perché il Giallo Dozza quest’anno sarà nella Serie C della Federazione Italiana Rugby.

La partita
Si dà il via con il calcio d’inizio dei nostri e… che dire? Il divario è enorme, e dopo i primi 10 minuti in
cui reggiamo l’onda d’urto del Bologna, l’esperienza dei suoi giocatori e l’enorme differenza tra le
squadre si fa sentire. Ecco la prima mischia! È per noi, ma perdiamo palla. Il Bologna conquista metri, poi un’altra mischia, ed ecco la prima meta del Bologna, 5-0. Con la trasformazione sotto i pali diventa 7-0. E poi 2° meta, 3° meta, 4° meta… Su alcune situazioni di gioco, come la maul, ancora non siamo pronti e subiamo la pressione avversaria. I nostri tengono palla, ma proviamo a sfondare sempre e solo centralmente senza mai aprire il gioco a ventaglio, come fa invece con efficacia il Bologna. E poi, i nostri non si parlano molto in campo per darsi indicazioni, a differenza degli avversari. Siamo tanto a poco per loro. Negli ultimi venti minuti entriamo in campo però con un piglio diverso, più battagliero, ci vuole almeno la meta della consolazione. Siamo ad un passo, ma niente. Il sogno della prima meta si infrange a 3 metri dalla linea, schiantandosi contro una organizzata ed ordinata difesa rossoblù.
Il tempo vola con noi sui gradoni che parliamo con un dirigente della società, che ci dà qualche
nozione sul gioco. Ma la partita finisce, con un netto 61-0 per gli avversari: i nostri ragazzi, che
giocano da poco insieme, ce l’hanno messa tutta ed hanno perso comunque a testa alta. È finita la
partita, i giocatori delle due squadre si salutano sul campo e poi danno vita al 3° tempo in palestra.

Il post-partita
Qui si trovano tutti a scherzare mischiandosi tra loro, dimenticando le botte prese e date in campo,
davanti ad un rinfresco con una grande sensazione di festa, alla quale siamo stati invitati anche noi della redazione sportiva. Un’emozione unica, che siamo pronti a rivivere, assieme ai giocatori ed ai nostri compagni di penna. “Una bella giornata, serena, di rispetto in campo e di gioia al 3° tempo.
Oltre al motto della squadra, ovvero “Chi siamo noi? Giallo Dozza!”, potremmo aggiungere: “Non può piovere per sempre!”. Sempre forza ragazzi, alla prossima ci rifaremo!/La redazione sportiva, Carmine Autiero, Christopher Giorgio, Perloreto Fallanca e Piombo.