di Luciano Martucci/
La Pasqua cristiana presenta importanti legami ma anche significative differenze con la Pasqua ebraica; Pasqua (Pesach) significa “passare oltre”, “tralasciare”, deriva dal racconto della decima piaga, nella quale il Signore vide il sangue dell’agnello sulle porte delle case di Israele e “passò oltre”, colpendo solo i primogeniti maschi degli egiziani, ma celebra anche la liberazione degli Ebrei dall’Egitto grazie a Mosè e l’inizio di una nuova libertà con Dio verso la terra promessa, intesa anche come attesa per il Messia.
La data della Pasqua, calcolata secondo il calendario ebraico lunisolare, varia di anno in anno, secondo i cicli lunari, cade la domenica successiva al primo plenilunio di primavera, determinando anche la cadenza di altre celebrazioni e tempi liturgici, come la Quaresima e la Pentecoste. Questa decisione risale al Concilio di Nicea (anno 325) quando tutte le Chiese si accordarono affinché fosse celebrata la prima domenica che segue il plenilunio (14 Nisan); comunque, a causa di un diverso cadenzamento dei calendari liturgici, sfasati di circa due settimane, nelle chiese orientali edoccidentali il giorno di Pasqua non cade nello stesso giorno.
L’ultima settimana di Quaresima è detta Settimana santa, comincia con la Domenica delle Palme, che ricorda l’ingresso di Gesù in Gerusalemme, dove fu accolto trionfalmente dalla folla che agitava in segno di saluto delle foglie di palma. Dove la palma non è presente nella flora locale – per esempio in molte delle Chiese europee – si usa il ramo d’ulivo. Questo ricorda anche il segno portato dalla colomba liberata da Noè per sondare se le acque del diluvio si fossero ritirate e diventato per questo il simbolo della pace fra il Cielo e la terra.
Durante il Giovedì Santo, di mattina, nella cattedrale si celebra la Messa crismale, durante la quale il Vescovo consacra gli oli santi (crisma, olio dei catecumeni e olio degli infermi), che serviranno durante tutto il corso dell’anno per celebrare le cresime e i battesimi, ordinare i sacerdoti e celebrare il sacramento dell’unzione degli infermi. In alcune chiese del Sudamerica, oltre agli oli santi, viene benedetta la agua del socorro, ossia l’acqua per il battesimo d’urgenza, che può essere dato, come anche l’olio per l’estrema unzione, anche da un fedele in casi di imminente morte di un nascituro o di un adulto.
Sono tanti i riti popolari che si svolgono durante la settimana santa; nella provincia di Caserta, nel giorno dei Sepolcri (il Sabato santo), si usa andare a pregare davanti alle spighe di grano poste davanti all’altare, in ben sette chiese diverse. Il giorno delle Palme, fuori dalle chiese, vengono deposti contenitori di acqua benedetta in modo che i fedeli, all’uscita della messa, possano prenderne un bicchiere, da conservare per la domenica successiva, e utilizzarlo quindi la domenica di Pasqua, prima di pranzare, quando i commensali ricevono, dopo la lettura di qualche versetto tratto dai Vangeli, odi un testo scritto appositamente dal più anziano dei presenti, una solenne benedizione, con tanto di aspersione, con il rametto di ulivo intinto di acqua santa; il pranzo prevede la minestra maritata, fatta con cicoria, scarulelle, verza, catalogna, borragine ed erbe selvatiche, che conferiscono una nota amarognola, e carne vaccina o suina. Altri piatti tipici sono i carciofi arrostiti, la frittata di maccheroni, la pizza di tagliolini dolci o salata, il tortano o casatiello e la famosa pastiera di grano.
Un altro simbolo della Pasqua è l’uovo, oggi prevalentemente di cioccolato; anni fa si regalavano uova vere, con il guscio colorato, a simboleggiare l’idea della rinascita. Nelle culture dell’Europa occidentale è diffuso anche il coniglietto di cioccolato, forse come derivazione della lepre, animale prolifico proprio agli inizi della primavera, e quindi simbolo della rinascita della natura e della fertilità.
La mattina di Pasqua, in provincia di Salerno, i figli baciano i piedi ai genitori in segno di richiesta di perdono, analogamente a quanto facevano le donne dei marinai in Versilia, baciando la terra. In Abruzzo invece è usanza dei contadini aggiungere acqua benedetta nel cibo.
Interessante e affascinante è la festa de La Cunfrunta, un rito religioso praticato ancora oggi in diverse provincie, con una vera e propria scenografia processionale: la statua di San Giovanni percorre varie volte le vie e le piazze dei paesi, come messaggero della resurrezione di Cristo, poi la Madonna, avvolta da un mantello nero in segno di lutto, incontra il santo e non appena vede scorgere da lontano la statua del Cristo risorto, abbandona il mantello nero, da cui volano in cielo colombe bianche festanti, e bacia il Figlio.
Un altro simbolo della Pasqua è il fuoco, che accompagna l’attesa della resurrezione durante la veglia notturna e che simboleggia la luce che vince le tenebre; falò e fuochi si accendono in ogni dove, con riti popolari diversificati secondo le tradizioni locali. In alcuni Paesi latinoamericani la parola “Pasqua” viene a volte usata per indicare altre festività religiose; per esempio indica il Natale; il giorno di Pasqua è indicato come “Domingo de Resurrección” ovvero “Domenica di risurrezione”, mentre la festività viene comunemente chiamata “Semana santa” ossia Settimana santa.