Si chiama Aladin la neonata cooperativa sociale targata Unibo che si occupa di disturbi dell’apprendimento e bilinguismo

Prende vita da L.A.D.A. – Laboratorio Assestment Disturbi di Apprendimento del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Bologna la nuova cooperativa Aladin, che valorizza il know-how in ambito psicologico, proponendo servizi rivolti a singoli, famiglie e istituzioni nel campo dei disturbi dell’apprendimento e della multiculturalità. È il frutto di quindici anni di ricerche ed esperienza in questo campo, con progetti in collaborazione con le scuole e con le aziende sanitarie di Bologna. Aladin è una cooperativa sociale costituita da cinque psicologi tutti formati nell’ambito di L.A.D.A.: Paola Bonifacci, Margherita Barbieri, Nicole Trambagioli, Luca Bernabini e Stefania Signore.

I servizi che propone sono davvero numerosi, tra questi spicca il progetto, ancora in fase di avvio, di identificazione precoce dei disturbi di apprendimento e laboratori di potenziamento nelle scuole che prevede la costruzione di mappe cognitive e laboratori di matematica, progetti per la gestione degli aspetti emotivi nella fase di rientro dall’emergenza sanitaria, video-tutorial per insegnanti e genitori con attività sui prerequisiti e le prime fasi di apprendimento, ma anche percorsi di valutazione del profilo di bilinguismo e laboratori per il potenziamento delle competenze linguistiche per gli studenti stranieri. Il L.A.D.A. è un laboratorio, che oltre a fare ricerca svolge anche un servizio clinico agendo concretamente nei processi di apprendimento, bilinguismo e fornendo strumenti per favorire la didattica all’interno di classi multiculturali.

Aladin si rivolge alle famiglie, alle scuole e alle istituzioni offrendo una valutazione funzionale, anche plurilingue, del profilo cognitivo e degli apprendimenti del bambino, a partire dall’età prescolare fino ai giovani adulti, e un sostegno alle famiglie con percorsi di affiancamento a studenti delle scuole di ogni grado. Propone inoltre la collaborazione con istituzioni ed enti locali, per favorire la sensibilizzazione e l’applicazione di buone pratiche nell’area dell’apprendimento e in contesti di multiculturalità e per promuovere percorsi di formazione per scuole e professionisti. 

Il progetto vuole anche sottolineare come dalla stessa Università possano partire strategie di job placement alternative che permettano di mantenere un contatto con l’Ateneo garantendo al tempo stesso l’autonomia e la possibilità di crescita professionale degli ex alunni.