“Scienza senza barriere”: alla Fondazione Golinelli la scienza è di tutti
Dall’1 al 5 dicembre, all’Opificio Golinelli di Bologna, in occasione della Giornata mondiale per le persone con disabilità, ci sarà la possibilità per le scuole di partecipare gratuitamente ai laboratori di Scienza senza barriere. Ma che cos’è “Scienza senza barriere”? Da dove nasce? Per chi è stata creata? Per scoprirlo abbiamo intervistato Eugenia Ferrara, vicedirettrice della Fondazione Golinelli e presidente di G-Lab Srl Impresa Sociale.
“Scienza senza barriere” è un progetto che parte da 4 laboratori resi accessibili a tutti. L’idea nasce dalla convinzione profonda della Fondazione di rendere agibile e aperta a tutti la scienza, idea nata con la nascita del luogo stesso. Nel corso degli anni essa ha preso sempre più forza man mano che ospitavano studenti e studentesse da tutta Italia e si accorgevano che una piccola minoranza non poteva usufruire appieno dell’esperienza. Per questo motivo, grazie al confronto costante con genitori e insegnanti, sono potuti intervenire non solo sui singoli percorsi d’insegnamento, ma sull’intero ambiente della Fondazione.
“L’opportunità di partecipare al Bando della Regione Emilia-Romagna per i Progetti di innovazione sociale, finanziato con fondi europei, ha reso possibile trasformare questa visione in un progetto strutturato – racconta Eugenia Ferrara – con il supporto di esperti di tecnologie assistive e realtà che da anni operano nel campo dell’inclusione”.
I 4 laboratori
Per prima cosa la Fondazione si è concentrata su 4 laboratori principali, ovvero DNA fingerprinting, Trasformazione batterica, Chimica e biologia della digestione e Acqua agli sgoccioli, trasformandoli in vere e proprie “palestre di accessibilità”. Il lavoro è stato fatto su più livelli: dal punto di vista degli spazi, sono stati riorganizzati i percorsi per facilitare la mobilità, introdotti tavoli regolabili in altezza, sistemi di illuminazione puntuale per chi ha difficoltà visive, e creati “spazi sicuri” dove chi ne ha bisogno possa prendersi un momento di pausa sensoriale, mentre dal punto di vista tecnologico e strumentale, i laboratori sono stati dotati di tablet con software di sintesi vocale, strumenti con codici di colore e riconoscimento tattile, modelli 3D per la comprensione delle strutture biologiche, e micropipette a volume fisso per semplificare la manualità. “Infine, forse, le parti più importanti, quella didattica e quella della relazione educativa: i tutor e i formatori hanno seguito un percorso di formazione specifico, e parallelamente sono stati rivisti i materiali di supporto, realizzate schede semplificate e infografiche, sperimentati software di sottotitolazione in tempo reale e predisposti documenti di accompagnamento per docenti e studenti” – racconta Eugenia Ferrara.
L’obiettivo era costruire un contesto di apprendimento in cui la partecipazione non sia determinata unicamente dalle abilità del singolo, ma aiutata dall’ambiente stesso.
Sperimentazioni e confronti
Poste queste enormi fondamenta, il progetto è stato messo in atto e nel mentre veniva seguito da Fondazione Asphi Onlus, Cooperativa Accaparlante, Fondazione Gualandi a favore dei sordi e La Girobussola APS; inoltre il Dipartimento di Scienze dell’Educazione “G. M. Bertin” dell’Università di Bologna curava il monitoraggio e la valutazione dell’impatto sociale. Grazie a questi ulteriori confronti la Fondazione ha potuto smussarlo sistemando per esempio schemi visivi e materiali semplificati, che si sono rivelati utili anche a studenti e studentesse senza bisogni educativi speciali, e scoprendo anche un nuovo clima di collaborazione e di rispetto reciproco dovuto all’ambiente inclusivo. “Scienza senza barriere” è così diventato un progetto anche di qualità educativa, non solo di accessibilità.
“La nostra priorità è fare in modo che Scienza senza barriere diventi un riferimento stabile all’interno delle nostre attività educative” – prosegue Eugenia Ferrara- “Certamente speriamo che il percorso possa rappresentare anche uno spunto per altre realtà esterne, come scuole, enti o istituzioni, che desiderano avvicinarsi a un modello di didattica scientifica più attenta alla diversità degli apprendimenti.
Naturalmente, ci sono delle sfide quando ci si approccia a queste tematiche. La prima è di natura culturale: l’inclusione richiede tempo, competenze e soprattutto la disponibilità a rivedere abitudini consolidate. La seconda è di tipo organizzativo: mantenere standard elevati di accessibilità comporta risorse economiche e formazione continua del personale. Tuttavia, crediamo che investire in questa direzione sia indispensabile per una società che voglia dirsi equa e innovativa”.
“Scienza senza barriere” per la Giornata mondiale delle persone con disabilità
Infine in occasione della Giornata mondiale delle persone con disabilità la Fondazione Golinelli da lunedì 1 a venerdì 5 dicembre terrà un’iniziativa speciale per le scuole: l’offerta gratuita di uno tra i tre laboratori di “Scienza senza barriere”; la scelta è tra DNA fingerprinting, Chimica e biologia della digestione e Acqua agli sgoccioli. “L’iniziativa ha anche un valore simbolico: vuole mostrare come la collaborazione tra istituzioni, enti del terzo settore e comunità educante possa generare un impatto reale e duraturo” – dice Eugenia Ferrara – “Le prenotazioni sono aperte a tutte le scuole interessate sul sito di Fondazione Golinelli, e speriamo che questa settimana diventi un’occasione per scoprire quanto la scienza possa essere davvero un luogo di incontro e di partecipazione per tutte e tutti”.