Umanità in briciole, un altro suicidio in carcere
di Alex Frongia / Sono circa le 12, ora di pranzo. Sentiamo urla, grida, schiamazzi. Richieste di aiuto.
Credo sia la solita scaramuccia tra due “cellanti” che non se le mandano a dire, e invece no: è la tragedia, e si stava consumando a pochi centimetri dal mio naso.
L’ennesimo suicidio in carcere, questa volta alla Dozza, dove mi trovo ristretto. È diverso dal leggerlo sui giornali, o sentirlo al TG che dedica quei 60 rapidi secondi.
Ci lascia, e lascia la sua famiglia, un uomo di 47 anni di origine albanese. Oltre al danno, la beffa. Da una quarantina di giorni in carcere e messo nella sezione di transito, dove arrivano nuovi giunti e detenuti problematici che non riescono a stare in altre sezioni.
Sezione a regime chiuso. Urla continue di richieste più disparate e disperate. Se dovesse esistere mai un inferno, io lo immagino così. Un posto dove spesso si litiga anche per 2 rigatoni in più, dove la sensazione di fame molti giorni non viene placata. Alcuni, alcuni giorni, attendono il carrello delle sezioni vicine, così da poter prendere i residui di cibo avanzati.
Anche questa ennesima prova sottolinea l’invivibilità di questi istituti penitenziari. La colpa del gesto è stata già attribuita al sovraffollamento, ma non è la sola ragione. Il primo ingresso in carcere è stato supportato da psicologi, educatori.., ma non si può dire la stessa cosa per i giorni successivi.
I nuovi giunti vanno a confrontarsi con i vecchi che danno consulenze gratuite di procedura penale. Creando nel nuovo giunto una visione negativa, con una condanna già assicurata.
Ho fatto inoltre una triste scoperta: anche da morto, ci vuole il permesso di un giudice per uscire.
Tutto questo malessere potrebbe essere alleviato dalle chiamate in più con i familiari, da ore in più di colloquio, dai colloqui intimi (così come previsto da leggi e sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo o della Corte Costituzionale), per non sentirsi soli e alienati, magari compresi.
Queste mie parole non vogliono puntare il dito contro nessuno, vorrebbero però tirare fuori un briciolo di umanità qualora, ancora, ce ne fosse.