La povertà in carcere/Chi combatte è ricompensato

di Msahli Alaeddine/Con l’uomo è nata anche la povertà. È un insieme di fattori positivi e negativi, e accompagna il ciclo della vita come l’amore, la gioia, la felicità, la bontà, la virtù e la serenità. Purtroppo la povertà divide ed ostacola, creando una specie di varco, impedendo di raggiungere certi obiettivi, complicando la vita e rendendola amara, piena di insidie, di ostacoli e di sofferenza, e spesso anche di disperazione.

La povertà è la peggiore nemica che può capitare a chiunque. Una nemica senza scrupoli e senza pietà, che non guarda in faccia a nessuno ed sempre pronta a travolgere chiunque le capita a tiro: le sue prede preferite sono le persone più deboli, che sono più facili da catturare perché in certo senso anche la povertà si nutre delle nostre sofferenze e disperazioni. Quando la povertà entra in una vita comincia l’incontro, che definisco come una partita di box, in cui si prendono colpi di santa ragione col rischio di finirei al tappeto, anche se proprio dal pugilato si impara che finchè è possibile rialzarsi la sconfitta non è definitiva.

E’ possibile reagire, ma occorre avere la forza di una belva contro il nemico, occorre tenacia, coraggio, forza di volontà e resistenza, sperando anche nella fortuna che spesso è un fattore chiave per superare la lotta contro la povertà. Durante il combattimento  ci si accorge che combattendo si rafforza la personalità, imparando a guadagnare terreno e sicurezza e spesso diventando persone migliori. Non è un caso che la maggiore parte delle persone povere sono più generose e affettuose verso gli altri, perché hanno vissuto e hanno capito cosa vuole dire essere bisognosi. In fondo la povertà non è una vergogna, più che altro è una maledizioni. Imparando ad accettarla e a convivere con lei, pur combattendo, è possibile imparare, nella lotta, i valori fondamentali per noi stessi, come onestà, dignità, amore, affetto, e perseveranza. Così è possibile vincere, diventando ricchi dentro, e aprendoci al prossimo senza chiedere niente in cambio, sapendo che niente è invano e che saremo ricompensati.