
di Igli Meta/Anche quest’anno, come ogni anno, i volontari del “Poggeschi per il carcere” hanno proposto l’Estate Dozza,che ha visto la realizzazione di laboratori di teatro, yoga, musica/giocoleria nella settimana dal 15 al 19 luglio, ogni giorno, dalle 9 alle 12.
L’estate in carcere è pesante perché anche le poche iniziative che durante l’anno possono aiutarci a passare il tempo in modo costruttivo si fermano, e, con il caldo rovente che fa la sua parte, aumentano le sofferenze e la desolazione. Ma fortunatamente un po’ di sollievo è arrivato!
I laboratori sono stati svolti nell’area pedagogica, nelle classi che normalmente ospitano gli studenti durante l’anno scolastico.
Mi ritengo davvero fortunato ad essere stato inserito nel laboratorio di teatro, dal momento che le domande erano più di 80 mentre i partecipanti effettivi non potevano essere più di 14. Gli incontri sono stati gestiti da giovani volontarie, per lo più alle prese con un’esperienza nuova dentro questo mondo.
Scendere tutti i giorni in area pedagogica mi ha aiutato ad evadere, e appena si finiva non si vedeva l’ora che arrivasse domani, per ricominciare. Stare in un’aula e non negli ambienti della sezione per noi detenuti è molto importante; l’ambiente diverso spezza la monotonia che ci affligge giorno per giorno.
La gentilezza e l’intraprendenza delle volontarie mi ha fatto capire che anche con poco, animazioni, giochi, musica, si può generare gioia e che il vero valore è la volontà e la motivazione di stare bene insieme.
Come tutte le cose belle i 5 giorni sono volati.
Il lunedì successivo, 22 luglio, la Direzione ha autorizzato una festa conclusiva, in cui ogni laboratorio ha portato il “prodotto” del percorso fatto, davanti ad un pubblico di detenuti, agenti e volontari che ha assistito allo spettacolo, a mio parere molto piacevole ed emozionante.
La sala era affollata, e la musica i balli e gli applausi hanno creato un’atmosfera che mi ha portato per un po’ in una dimensione diversa dalla detenzione, e mi ha fatto sentire una sensazione di felicità. Anche il dolce, che viene sempre alla fine, non è mancato, grazie alla generosità dei volontari che hanno offerto cose buone da mangiare e da bere.
Questa esperienza mi ha regalato un po’ di entusiasmo e di ottimismo, riportandomi indietro nel tempo, quando ero libero e facendomene rivivere qualche frammento.
Credo che anche le volontarie siano state contente di avere vissuto con noi queste giornate. Noi detenuti le ringraziamo, perché nonostante la giovane età e la poca esperienza di questo ambiente hanno saputo interagire senza pregiudizi, e con tanta umanità.